In Turchia un uomo scopre il tradimento della moglie facendo il test del dna ai suoi due figli
Una “superfecondazione” la chiamano gli esperti, un fenomeno assai raro che si verifica una volta su un milione.
È la sfortunata circostanza toccata a una donna turca che ha portato alla luce due gemelli concepiti da padri diversi, frequentati nello stesso periodo di tempo. Peccato che uno di questi fosse il marito, fino a poco tempo fa genitore ufficiale di entrambi i bambini.
Teatro dell’accaduto la città di Istanbul, in Turchia. L’ignaro consorte un agente dei servizi di sicurezza turchi che, forse anche per deformazione professionale, sospettava da tempo del tradimento della donna e così, quando il rapporto è andato in crisi, prima di chiedere il divorzio ha deciso di far effettuare il test del dna sui suoi due figli gemelli nati tre anni prima. Amaro quanto sorprendente il responso degli esami che ha confermato come lui fosse il padre di uno soltanto dei due gemelli. La vicenda a dir poco incredibile è stata ricostruita dal quotidiano turco Sabah che ha così spiegato la dinamica dei fatti: la moglie dell’agente avrebbe avuto, nello stesso giorno, un rapporto sessuale sia con l’amante che con il marito attivando quindi una doppia fecondazione tramite due semi diversi, dalla quale sono poi nati due “falsi gemelli”. «Se questa donna ha avuto relazioni sessuali con due uomini diversi nello stesso periodo, i due ovuli sono stati fecondati da materiale genetico differente», spiega il professor Rusen Aytac, ginecologo di Ankara.
Triste il retroscena della vicenda. Una donna costretta dalla sua famiglia a sposare l’agente perché intratteneva una relazione con un uomo sposato; un amore contrastato che prosegue per gli amanti anche dopo il matrimonio. Ancora più drammatico però l’epilogo della storia: il marito tradito ha avuto l’affidamento del figlio genetico mentre il gemello del piccolo è stato spedito in un orfanotrofio. La donna, ripudiata da tutta la famiglia, non potrà più avvicinarsi alla sua abitazione e all’ex consorte.
di Teresa Gentile