“Scriverò pace sulle tue ali, intorno al mondo volerai perché i bambini non muoiano più così” – questa l’iscrizione alla base della statua dedicata a Sadako Sasaki
La storia di Sadako Sasaki ha luogo in Giappone, dove secondo un’antica leggenda, chi riesce a creare mille origami a forma di gru (tsuru in giapponese, simbolo di lunga vita), ha diritto di veder avverato un suo desiderio. Sadako Sasaki nacque il 7 gennaio 1943, ad Hiroshima, appena due anni prima dello sgancio della bomba atomica “Little Boy“sulla stessa città giapponese. In tanti morirono ma Sadako si salvò. Bisognava ricominciare da zero e questo fece il popolo giapponese. Sadako crebbe come una qualsiasi altra bambina, ma all’età di undici anni, durante un allenamento di corsa, fu colta improvvisamente da vertigini e cadde a terra: le radiazioni dell’esplosione le avevano causato una grave forma di leucemia. In ospedale, una sua amica le donò un origami: una piccola gru di carta nella quale erano racchiuse una leggenda e una speranza. Sadako sognava di esorcizzare la morte, di sconfiggere quella sua malattia e continuare a sperare nella vita. Si mise subito a lavoro passando il suo tempo e piegare e ripiegare qualsiasi pezzo di carta le capitasse a tiro, comprese le confezioni dei suoi medicinali. Dopo poco più di un anno, Sadako morì. Non è chiaro se riuscisse o meno a completare la sua opera. A lei sono dedicati diversi monumenti ad Hiroshima e nell’Hiroshima Peace Memorial Museum, persino in America, a Seattle, esiste una statua di Sadako ed è ancora oggi abitudine di molti contribuire alla causa della piccola ragazzina giapponese, portando origami di gru ai piedi dei suoi monumenti. La commuovente storia di Sadako è stata citata tante volte in letteratura ma anche nel cinema, eppure in pochissimi la conoscono. Oggi, dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo in Giappone, questa storia, ci sembra più che mai attuale. Soprattutto dopo che le contaminazioni per le radiazioni nucleari dalla centrale di Fukushima hanno iniziato a preoccupare più delle ultime scosse di terremoto.
In basso, le mille gru di carta di Vanessa Cazzagon, diplomata presso lo Ied di Roma in Fashion Design, un atto simbolico di solidarietà verso il Giappone ma anche un pensiero per esorcizzarne tutti i mali che quel popolo e quella terra stanno vivendo in questi giorni.
di Valentina Galleri
{joomplu:1615}{joomplu:1616}{joomplu:1617}{joomplu:1618}