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La letteratura entra in tribunale: il caso Majorana
Ottobre 26, 2010
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Ottobre 26, 2010
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Picasso a Cascais…

picasso

… visto da un’italiana

Ed eccomi catapultata in questa ridente cittadina del Portogallo, turistica quanto basta e nota alle cronache storiche per aver accolto in esilio il nostro re Umberto II.

Cascais, comune situato nel distretto di Lisbona, vanta anche una fervida attività culturale che a quanto pare sarà, con gradita sorpresa, il mio pane quotidiano da qui ai prossimi due mesi. Certo il lavoro da reporter in terra straniera non si preannuncia semplicissimo, forse ancora più ingrato di quello a casa, ma alla fine mi rincuora il fatto di poter sempre ricorrere all’alibi del “mal-entendido”, o almeno spero. Da dove iniziare? Il calendario degli eventi sembra abbastanza ricco: cinema, musica, presentazioni, mostre. Ma sì, comincio dall’arte, un gran bel punto di partenza: un linguaggio universale che oltrepassa i confini e rende apolide lo sguardo umano, sempre critico a suo modo.

È bello pensare come le arti visive possano essere concepite e assimilate in maniera differente pur godendole con gli stessi occhi; alla fine il mondo dell’arte è il mondo di tutti, un patrimonio interculturale così come i grandi artisti.

Picasso è uno di questi, un maestro innovatore nel suo genere, che ha lasciato lo stesso marchio nella mente di tutti grazie alla sua capacità di scomporre la realtà per ricomporla secondo una visione tipicamente novecentesca: è lui che va all’essenza delle cose per poi riprodurle secondo uno stile inconfondibile. Così ho deciso di inaugurare questo mio itinerario partendo dal Centro Culturale di Cascais e dall’esposizione di stampe e incisioni al linoleum dell’artista spagnolo, acquisita dalla Fundación Bancaja che da anni si occupa di far conoscere ai portoghesi il linguaggio di Picasso nella vita quotidiana da uomo comune. Dall’erotismo predominante ai contrasti sociali, dalle caricature sarcastiche alla relazione uomo/donna nel suo tempo: sono molte le tematiche che trapelano da queste stampe a colori incise agli inizi degli anni Sessanta. Il soggetto dominante è quasi sempre Jaqueline, l’ultima moglie, che viene ripresa in più versioni, con capelli sciolti, col cappello o col ventaglio “alla Carmen”. I suoi tratti marcati, le sue tipiche pennellate nei volti scomposti e ricostruiti non lasciano dubbi su chi sia l’autore.

Girando l’angolo mi ritrovo a contemplare non piu soltanto le incisioni “picassiane”. Una parte della mostra è stata infatti riservata ad alcune opere di differenti artisti che fanno parte del volume conosciuto come “Album Jacovski”. Qui Picasso è in buona compagnia con altri personaggi del movimento di avanguardia plastica del XX secolo: Giorgio de Chirico e Alberto Giacometti, Vasili Kandisky, Joan Miro sono alcuni di questi. “Un percorso interessante per apprezzare la visione dell’arte picassiana in relazione al suo mondo intimo ma anche, allo stesso tempo, in contrasto con l’opera degli altri artisti contemporanei” spiega Jose Luis Olivas Martinez, presidente di Bancaja.

Terminato il giro espositivo eccomi a mettere su carta le mie sensazioni. Difficile scrivere di Picasso in qualsiasi lingua ma è bello percepire il suo genio innovatore oltre i confini geografici. E mi fa sorridere questa sua frase che sembra poi un marchio di fabbrica: “Quando ero piccolo sapevo dipingere come Raffaello, mi ci è voluta però una vita intera per imparare a disegnare come un bambino”.

di Teresa Gentile