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Quando l’età non è un problema …

David_FishmanPiccoli adulti crescono

Avere tredici anni. E non sentirli. Come se l’età fosse solo il frutto di una maledizione burocratica, da cui liberarsi il prima possibile.

Così per David Fishman, classe 1997, il tempo corre veloce. Deposti per sempre peluches e soldatini, ora la sua attività principale è quella di critico gastronomico, che gli è valsa una fortuna. Inarrestabile, il baby gourmet statunitense più famoso al mondo si divide tra libri, recensioni e ospitate tv. E un destino già scritto: promuovere il suo nome anche oltreoceano. Una missione a cui pure mamma e papà si dedicano senza riserve, e che non sembra, per il momento, avere tregua. La vita di un critico gastronomico può rivelarsi sorprendentemente frenetica, specie quando si hanno tredici anni. Ma il punto è proprio questo: nessuna fatica ha segnato l’espressione di David, che appare felice e rilassata. Nato a New York, sin da piccolo manifesta un amore smisurato per la buona cucina, in particolare quella della mamma (e quale altra sennò?). E poiché nulla accade per caso, ecco che viene notato dallo chef italoamericano Cesare Casella, mentre, seduto a un tavolo, curiosamente, prende nota di ogni piatto. Da qui la sua carriera è tutta in salita: in compagnia del giornalista Alain Richman, visita e recensisce oltre quaranta locali. E approda alla corte degli Zagat, abili condottieri di un noto marchio editoriale di guide gastronomiche. La vita di David come un film. E qualcuno ci ha già pensato. Tanto che la Paramount ha appena acquistato i diritti, e chissà che David non venga pure ingaggiato nel ruolo di se stesso.
Ma nell’olimpo dei bambini prodigio, David Fishman è in buona compagnia. Con lui l’italiana Cecilia Cassini, baby stilista, che, a dieci anni, ha visto sfilare le sue creazioni sulle passerelle di mezzo mondo. David_Fishman2O Marko Calasan, soprannominato “il Mozart del computer”, che, a nove anni suonati, è il più giovane ingegnere della Microsoft. O Kieron Williamson, bambino inglese di sette anni, dalle stupefacenti doti artistiche, al punto che i suoi acquerelli valgono, sul mercato, 18000 sterline.
Non è tutto oro quel che luccica, però. E mentre questi piccoli talenti della natura godono di una fortuna e di un successo illimitati, altri non ce la fanno. E, miseramente, crollano. È accaduto a Neha Sawant, bambina indiana protagonista di un reality show nazionale, che si è tolta la vita, con una sciarpa di seta legata intorno al collo, senza lasciare alcun messaggio. Tra le cause più probabili di un simile gesto il divieto, da parte dei genitori, di farle proseguire la carriera televisiva. E prima di lei, nel 2005, era accaduto a Brandenn Bremmer, enfant prodige del pianoforte, il quale si suicidò con un colpo di pistola alla tempia. Le motivazioni restano ancora inspiegabili.
Se, da un lato, questi piccoli adulti aspirano a un’esistenza normale, dall’altra la quotidianità infligge loro ferite indicibili. E i propri simili non sono mai abbastanza simili. Meglio, allora, in certi casi, la confortante certezza di lustrini e riflettori che, quando non abbagliano, illuminano. E la luce non tradisce.

di Michela Carrara

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