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Obey: messaggi da decifrare



Obey_-_teschioL’ispirazione per questo artista nasce da un film “They Live di John Carpenter”. Il suo progetto? Costringere le persone a confrontarsi con se stesse

Sono arrivate già da un po’ in Italia le T-shirt firmate da Shepard Fairey, in arte Obey, l’artista americano autore della serigrafia dedicata a Berlusconi commissionatagli da Rolling Stone Italia, che prima ancora aveva realizzato il poster Hope Obama.

La sua produzione artistica in serie inizia quasi per gioco, nel 1989. Un’arte, quella di Obey, che inizia ad essere raffigurata non su delle magliette ma sui muri di Rhode Island sino ad acquistare così tanta popolarità da trovarla esposta nel New Museum of Design di New York, nel San Diego Museum of Contemporary Art, nel Museum of Modern Art di San Diego e nel Victoria & Albert Museum di Londra. Quindi Obey non può essere associato semplicemente ad un prodotto di moda. Shepard Fairey ci propone delle immagini dallo stile urbano che si contraddistinguono dalla massa per i numerosi richiami alle icone più famose e per le tecniche svariate che utilizza: dallo stencil alla pittura, dagli sticker al collage. L’artista è un vero e proprio imprenditore e la sua linea d’abbigliamento “Obey Clothing” continua a crescere maturando di collezione in collezione, senza abbandonare la propria identità che è fortemente personale e strettamente legata alla cultura pop. Prodotti per giovani appassionati di streetwear, ma anche per un pubblico adulto amante di arte, moda, musica e ritmi urbani. Dall’effigie di Obama, accompagnata di volta in volta da diverse scritte, come “hope” (speranza) e “progress” (progresso) al lancio delle sue T-shirts che riportano come stampe i suoi disegni che hanno il potere di scavalcare i confini della tela, o dei muri. A lui si sono rivolti, per la realizzazione delle copertine dei propri dischi, anche artisti come i Black Eyed Peas e gli Smashing Pumpkins. L’obiettivo della sua ricerca artistica? Come dichiarato dall’artista in persona “è condurre la gente prima a pensare e poi a reagire, non il contrario, come spesso è accaduto”. Ha capito che più grande è la rappresentazione più la gente dà importanza al messaggio. Le persone erano spaventate e paranoiche nei confronti delle sue immagini (come ad esempio è accaduto per quella di “André the Giant has a posse”) mentre lui al contrario pensava fossero buffe e strambe, e ha deciso quindi di sfruttare queste reazioni. Uno stile intellettualmente raffinato e pieno di humour che ha intrigato e provocato l’opinione pubblica. Oggi vi parliamo di due delle sue T-shirt: “Dia de los muertos” dove il fascino dei teschi messicani è rivisto da Shepard Fairey in chiave Obey, con l’immancabile faccia negli occhi dello stesso teschio e “Orange icon face” che rappresenta il vero punto di partenza del mondo Obey. Per saperne di più: http://obeyclothing.com.

di Valentina Galleri

 

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