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“Valorizzare Veio”: un sito archeologico di notevole valore storico-culturale-ambientale

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“Valorizzare Veio”: un sito archeologico di notevole valore storico-culturale-ambientale

LocandinaA4.1E un progetto per far vivere il nostro territorio

A nord di Roma, lungo la via Cassia (all’altezza del km 17) si trova l’antichissimo Borgo medioevale di Isola Farnese. Immerso nel verde rigoglioso della campagna romana, è circondato da una natura incontaminata e dai resti della città di Veio. Di origine etrusca, Veio, uno dei centri urbani più importanti dell’antichità, può vantare un gran numero di testimonianze letterarie e archeologiche che la legano alla Capitale, dalla quale oggi il suo circondario dipende dal punto di vista amministrativo. Parliamo di un sito che si estende per circa 350 ettari, ad una ventina di km (in linea d’aria) dal Campidoglio; abitato dalla seconda metà del X secolo a.C., conserva i resti di importanti luoghi di culto, un’eccezionale impianto urbanistico, funzionali opere idrauliche, ma soprattutto un paesaggio particolarmente affascinante per chi voglia trascorrere un fine settimana immerso nel verde, a piedi o in bicicletta.

Il Parco Regionale di Veio propone due percorsi di visita: il primo, l’Anello di Campetti (di circa 2 km) si snoda da Isola Farnese, passando per il santuario di Portonaccio e il complesso archeologico di Campetti, fino all’altopiano di Veio, cuore dell’insediamento antico. Il secondo percorso, l’Anello di Veio (di circa 6 km) ha una particolare valenza archeologica e naturalistica: percorribile a piedi o in bicicletta, partendo sempre dalla mola di Isola Farnese, prosegue per l’area archeologica del “Foro a Macchiagrande”, fino all’antica cittadella di “Piazza d’Armi”, per poi scendere verso la valle del fiume Piordo, risalendo per via “Prato della Corte”. Comun denominatore dei due tragitti, il Santuario di Portonaccio, celebre per le sue terrecotte architettoniche policrome e per i pregiati oggetti che ha restituito nel tempo, tra cui ceramiche in bucchero e preziosi ex voto in avorio e bronzo. Nel 1914 i primi scavi, poi l’eccezionale rinvenimento dell’Apollo, ai quali se ne sono susseguiti altri non meno stupefacenti. Inoltre, ad accrescere la notevole valenza paesaggistica e culturale di Veio, si aggiunge un tratto della Via Francigena che costeggia l’area. Il percorso francigeno è riconosciuto dalla Regione Lazio, a livello nazionale (menzionato in guide come quella del Touring Club) e da associazioni internazionali quali l’AIVF, con sede in Svizzera. Nel 2011 il Consiglio del XV Municipio (al tempo XX) ha istituito a valle di Isola Farnese, più precisamente nella zona di Portonaccio, la prima area di sosta per attività di campeggio. Questi sono soltanto alcuni dei percorsi, dei pregiati resti e delle attività di cui il visitatore più godere.

Purtroppo però, questa suggestiva area verde, dalle importanti vestigia etrusco-romane e dall’incontaminato paesaggio rurale, è altresì soggetta, suo malgrado, dagli anni ’60 del Novecento, all’avanzamento di costruzioni cementificate selvaggiamente abusive, a discariche parimenti non autorizzate, con conseguente inquinamento dei suoi corsi d’acqua, al degrado – per noncuranza – dei suoi monumenti, al defraudamento dei suoi tesori da parte dell’azione indiscriminata dei ladri di tombe. Non solo: non tutto il Parco di Veio è pubblicamente fruibile perché la natura è stata abbandonata a se stessa per mancanza di manutenzione, dove non brutalmente violata; la segnaletica – un tempo presente sul pianoro urbano – è stata oggetto di atti vandalici; alcune zone di scavo non sono messe in sicurezza; inoltre è possibile avere indicazioni e una guida specializzata quasi esclusivamente per il Santuario di Portonaccio, unico accesso con adeguato ingresso e biglietteria.

Inspiegabilmente, con il tempo l’interesse delle autorità che dovrebbero essere preposte alla salvaguardia e di soccorso alla fruizione del nostro patrimonio, si è quasi del tutto dissolto, e di conseguenza anche la richiesta della maggior parte dei cittadini è venuta meno, orientandosi verso località maggiormente accoglienti e tourist friendly come Cerveteri e Tarquinia, ma a cui Veio non ha nulla da invidiare.

Dunque: come riappropriarci di questa vasta area? Un Sodalizio privato lo sta facendo e vuole coinvolgere istituzioni, cittadini e professionisti: si tratta dell’Associazione “Valorizziamo Veio”, di cui Marco Petrelli è presidente, che ha dato voce ad un progetto ambizioso, ma attuabile, presentato durante una seguita conferenza stampa lo scorso 11 luglio nel Borgo storico di Isola Farnese, alla quale hanno preso parte Luca Galloni, in rappresentanza del presidente dell’Assemblea di Roma Capitale Mirko Coratti, il Municipio Roma XV con il suo presidente, Daniele Torquati, accompagnato dal consigliere Raffaele Massari, e Giovanni Federico, responsabile dell’AssociazioneLa Tavola Rotonda”. Il progetto è stato dettagliatamente raccontato nelle sue linee guida dal presidente della SEA Tuscia di Viterbo Roberto Bedini, e dall’archeologo e ricercatore in campo storico Fabrizio Vistoli. «La valorizzazione del territorio di Veio è un’occasione da non perdere, economica e nello stesso tempo culturale – sottolinea l’archeologo – . Si tratta di un luogo di eccellenza, di riconosciuto rilievo nazionale e internazionale, dal punto di vista archeologico, architettonico e paesistico. La centralità di Veio e delle aree ad esso collegate è stata riconosciuta dal MiBAC che vi ha destinato (tra il 1998 e il 2002) una somma complessiva pari a 5.840.000 euro tra finanziamenti statali, regionali e comunali. Malgrado ciò, un sito che vanta scoperte sensazionali come il Rilievo di Mitra (oggi in deposito temporaneo presso il Museo dell’Agro Veientano di Formello) e la Tomba dei Leoni Ruggenti (la più antica sepoltura etrusca dipinta) conosce un numero di visitatori sempre più esiguo. È un sito che può diventare meta di turismo anche sportivo, enogastronomico e didattico: obiettivo al quale noi puntiamo coinvolgendo le giovani generazioni e quindi le scuole, come già in passato è stato fatto. Quanto fu grande Roma, lo testimoniano le sue rovine; quanto fu grande Veio, lo dimostrano i suoi monumenti – parafrasa e sottolinea lo studioso con un personale inciso -: qui tutto è possibile perché tutto il meglio è già a disposizione, basta agire presto e consapevolmente».

Il programma di tutela-valorizzazione-diffusione dell’Associazione “Valorizziamo Veio” è semplice e quanto mai esaustivo: in collaborazione con le associazioni “La Tavola Rotonda” e “Antonio Traversini”, mira a rispondere al degrado del parco, con attività di recupero ambientale; creare una squadra di lavoro (con l’intervento anche di volontari, perché no!) per il mantenimento e lo studio dell’immensa area archeologica; promuovere il territorio a nord della Città Eterna, per una maggiore consapevolezza del bene comune dal punto di vista culturale, ma anche turistico-ricettivo, coinvolgendo istituzioni pubbliche e private, associazioni, enti universitari e soggetti privati.

L’iniziativa è stata patrocinata dalla Regione Lazio, dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina di Roma Capitale e dal Municipio Roma XV, a testimoniare la preoccupazione per la riqualificazione dei beni storici e ambientali del territorio, tra cui appunto, in primo piano, la rivalutazione del Parco di Veio.

Molto è stato fatto, molto è da fare. Ma si deve fare e soprattutto si può fare.

Info:

www.parcodiveio.it

https://plus.google.com/u/0/111173675262661804419/posts

valorizziamoveio@gmail.com

di Elisabetta Lattavo