Nel 1971, Jim Jacobs e Warren Casey scrissero a quattro mani un Musical che ha segnato la storia del teatro e del cinema: Grease. Il nome rievoca i capelli imbrillantinati che furono un must degli anni ’50.

Composto solo per chitarra in un teatro sperimentale di Chicago, lo spettacolo ha visto la consacrazione teatrale di attori del calibro di John Travolta e Richard Gere.  L’idea meravigliosa che si misero in testa i due autori fu di andare controcorrente. In un momento in cui si scatenava una rivoluzione musicale e Mary Quant battezzava la minigonna, loro pensarono di recuperare rock’n’roll e gonnellone al ginocchio, ovvero musica e immaginario degli anni ’50. Un’idea che sarebbe rimasta tale se Casey non avesse accettato di dare una mano a Jacobs nel suo folle progetto da proporre a Broadway. Gli ingredienti dell’inarrestabile successo di Grease sono infatti le immagini colorate e frizzanti provenienti dall’America dei tempi, i giubbotti di pelle, il ciuffo alla Elvis Presley con la brillantina ed un gruppo di giovani interpreti preparati e carismatici. Una sua caratteristica rilevante è la perdurande attualità di una vicenda ambientata nel 1958, gli anni della nascita di una nuova cultura giovanile che si opponeva ai codici della società del tempo. La trama racconta la storia d’amore tra Danny, leader dei T-Birds, una banda di studenti e Sandy, una giovane ragazza ingenua proveniente dall’Australia, che viene continuamente derisa dal gruppo delle Pink Ladies, giovani studentesse ribelli e trasgressive. Rizzo, la leader del gruppo, rappresenta una sorta di manifesto della nuova cultura giovanile fatta di alcool, feste e sesso. Il conflitto tra i due giovani innamorati è scatenato proprio dall’abisso culturale che li separa: Danny è il bulletto di turno, il tombeur-des-femmes mentre Sandy è la ragazza tutta casa e Chiesa. L’epilogo della vicenda vede la protagonista che decide di omologarsi alle altre ragazze presentandosi a Danny vestita di una tutina aderentissima in pelle nera, fumando e muovendosi in maniera conturbante. È proprio la scena finale quella rimasta nella storia, con il contributo di una colonna sonora coinvolgente: in Gran Bretagna “You’re the one that I want” e “Summer Nights” arrivarono entrambe in vetta alle classifiche, restandovi per anni. Il musical arriva in Italia nel 1997, con la prima fortunata edizione: protagonista, nel ruolo di Sandy, la showgirl Lorella Cuccarini. In poco tempo Grease si afferma come migliore commedia musicale della storia dello spettacolo in Italia e ottiene dal pubblico un consenso senza eguali. È il primo musical rimasto in scena a Milano per 6 mesi consecutivi, sold out nei teatri di tutta Italia ed ha alternato sul palco più di 94 artisti superando i 28 milioni di euro d’incasso, dal debutto ad oggi. Ma che cosa è che funziona così bene da tanti anni? Forse il fatto che tocca con leggerezza un periodo cruciale, quello della metà dei ‘50 in cui i giovani cominciavano a prendere coscienza della propria forza generazionale distinguendosi dagli adulti per gusti, musica, abitudini e mode. O forse perché ci fa balenare situazioni, ambienti, sentimenti che, nella loro inebriante semplicità, tutti avremmo voluto vivere.