Il regista di 20 sigarette porta in scena una pièce di Duccio Camerini, storia aspra e intensa di identità, al Vascello dal 30 aprile al 12 maggio
Come dominare il mondo quando la nostra isola interiore è infinito naufragio? Padri e figli. Libertà condizionabili e libertà fatiscenti. Libertà illuse, libertà ancora inesplorate. Fuori dal caos civilizzato, “dentro” l’impalpabile violenta verità di una solitudine ancestrale, strenuamente difesa.
Debutta il 30 aprile al Teatro Vascello di Roma, L’arma, il nuovo impegnativo lavoro di Aureliano Amadei. Dopo i riconoscimenti internazionali, e la celebrità dell’opera prima, reduce dal Festival di Roma con Il Leone di Orvieto, l’autore e regista, nonché attore, Amadei torna sul palco ma non si ritaglia ruoli on stage. Dirige invece tre attori complessi e talentuosi, tre generazioni a confronto con il mondo e con se stessi, il veterano Giorgio Colangeli, il sorprendente Andrea Bosca e la giovanissima esordiente Mariachiara Di Mitri. Dalla pièce, nata dall’inventiva di Duccio Camerini, lo stesso Amadei darà vita a breve ad una trasposizione cinematografica.
L’arma ferisce il quieto sentire, svela le ambigue reticenze delle più strette relazioni umane. Riflette sul senso di appartenenza e sulla socialità nell’oggi digitalizzato e dis-connesso. Anacronisticamente veemente e sintetica, minimale crescendo emotivo, L’arma osserva una sfilacciata famiglia in vitro, dalla città alla montagna, laboratorio per altri “sistemi”. Un uomo fugge dal consesso poco civile che lo intrappolava, ruba (per caso e/o per errore) una neonata e si auto esilia. Quando il figlio carnale lo cerca, fuori tempo massimo, troverà insieme a lui una ragazza adolescente che per adattarsi all’esistenza si aggrappa con naturale rabbiosa dedizione ai precetti ossessivi forniti dal padre adottivo.
Pre-film, sceneggiatura mobile nello spazio chiuso-aperto, (il)limitato e denso, misterioso e verbo-visivo quale si offre il teatro, perfetta incubatrice di virtualità e sogno, L’arma è un “montaggio di primi piani”. Piano sequenza e insieme sovrapposizione di ricordi, realtà e supposizioni, menzogne, frammenti, passioni, tra presente e passato. Collage millimetrico e doloroso di singole incursioni nelle ragioni dei tre comprimari. Due uomini, una donna, un’arma.
TITOLO E CAST
L’ARMA
(Finalista 50° Premio Riccione per il teatro con il titolo How Long Is Now)
di Duccio Camerini
Regia di Aureliano Amadei
Con Giorgio Colangeli, Andrea Bosca e Mariachiara Di Mitri
LUOGO E INFORMAZIONI
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78, Roma (Monteverde )
Dal 30 aprile al 12 maggio
Dal martedì al sabato h. 21.00 – domenica h. 18.00
Botteghino:
dal martedì al venerdì dalle 9 alle 21.30 orario continuato
lunedì dalle 9 alle 18.00
sabato dalle 16 alle 21.30
domenica dalle 14 alle 19
Biglietti:
biglietti: intero 20,00 euro, ridotto 15,00 euro, ridottissimo 12,00 euro studenti,
promozioni gruppi di almeno 10 persone
Contatti:
Teatro Vascello 06 5881021 – 06 5898031 – fax 06 5816623
di Sarah Panatta