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Sanremo 2017: la serata di Tiziano Ferro, immagine di un Festival confortante

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Sanremo 2017: la serata di Tiziano Ferro, immagine di un Festival confortante

Un Sanremo ‘black’ per Conti: elegante come il nero

Carlo Conti conduce per il terzo anno consecutivo il Festival di Sanremo, al via all’insegna dell’eleganza e del numero “7”: 67^ edizione del 2017. Ha già annunciato di volersi fermare e di non esserne alla guida il prossimo anno, anche se per il momento preferisce concentrarsi su questa edizione (“per regalare serenità e tranquillità alle famiglie a casa e poi si vedrà”). Per ora pensa a godersi al meglio questa terza edizione (tre come gli anni di suo figlio) e a prepararsi a festeggiare il compleanno del suo piccolo Matteo (bimbo che ha avuto dalla moglie Francesca Vaccaro e nato proprio l’8 febbraio del 2014), sempre avvenuto durante il periodo del Festival di Sanremo. Carlo Conti è la mente e il cuore di questo Festival e potrebbe, comunque (o almeno crediamo plausibile e giusto), rimanere a lavorare dietro le quinte quale direttore artistico se non come presentatore. Intanto ha apportato due importanti novità alla kermesse sanremese. Innanzitutto niente più vallette, di cui non si sente la mancanza, e poi è riuscito a portare in Rai Maria De Filippi. “Sono accompagnato da una donna eccezionale al mio fianco”: l’ha introdotta così il presentatore toscano. Sebbene con modestia e umiltà la conduttrice è un’ottima “spalla” per il padrone di casa Carlo Conti (ormai disinvolto, sicuro e perfettamente a suo agio). Si fa consigliare da lui e lo affianca con simpatia. Chissà, magari potrebbe diventare lei la conduttrice del prossimo Sanremo. Forse in coppia con un’altra donna, per un duo al femminile inedito. Vedremmo bene un tandem con un’altra icona televisiva che è un volto della Rai molto amato e che già è salita sull’Ariston a presentare il Festival: stiamo parlando di Antonella Clerici. Quest’ultima è molto esperta in campo di musica: non solo per la conduzione di “Ti lascio una canzone”, ma anche perché a breve (dopo Sanremo appunto, dal 17 febbraio prossimo) prenderà avvio il suo nuovo programma musicale intitolato appunto “Standing ovation”; le standing ovation qui all’Ariston sono cosa comune e la sua nuova trasmissione è per tutta la famiglia, come ad essa si rivolge il Festival appunto. Oppure un’altra artista che vedremmo bene per presentarlo sarebbe Paola Cortellesi (ospite della prima puntata con Antonio Albanese per introdurre il suo ultimo film “Mamma o papà”): dopo il suo show al fianco dell’amica Laura Pausini, con il suo talento genuino e completo ne sarebbe all’altezza; ma potrebbe anche partecipare (con la sua splendida voce) anche tra i concorrenti in gara.
Ma torniamo a questo Sanremo 2017. A caratterizzarlo è stata l’eleganza. E non a caso, se il Festival sono soprattutto ospiti e i brani che si contendono il titolo, a questo si ricollega la presenza di Raoul Bova e Rocìo tra gli ospiti: sex symbol entrambi, il primo ha presentato il Progetto Sorriso che vede la creazione di un centro polifunzionale ad Amatrice, l’altra è tornata nel finale per la seconda volta consecutiva (dopo averlo presentato con Carlo Conti nel 2015 con Emma ed Arisa). E forse è per questo che il colore preponderante degli abiti (dei presentatori, dei cantanti o dei loro chitarristi come nel caso di Ermal Meta vestito di blu) è stato il nero: simbolo per eccellenza di eleganza. Ciò ha dato un’immagine di uniformità, di un’eleganza e una raffinatezza distinte e contenute, mai eccessive. Dai tailleur neri (con paillettes o in raso) del conduttore e dei cantanti, al vestito lungo con cui si è presentata sul palco Maria De Filippi, allo sfondo in bianco e nero nell’apertura di Tiziano Ferro (per dare un’atmosfera raccolta, contenuta e intensa, degna del tributo che ha reso a Tenco).

Il cantante di Latina è stato il protagonista assoluto della prima serata del Festival: oltre 300mila biglietti venduti nel suo tour, Ferro già salì sul palco dell’Ariston due anni fa. Intervenuto più volte, le sue esibizioni hanno ben descritto le tappe caratteristiche di questo avvio di Sanremo 2017. “Toccante ed emozionante”, ha descritto Conti stesso il suo omaggio a Luigi Tenco, con la sua interpretazione della canzone del cantante del 1962 “Mi sono innamorato di te”. La sua voce calda, avvolgente e decisa non ha tremato, neppure di fronte a tutta la tensione e l’emozione della circostanza: non solo perché apriva il Festival, ma anche perché si cimentava in un “terreno inesplorato”, per sua stessa ammissione, quasi impenetrabile a volte, come quello della melodia di Tenco (poi l’Orchestra ha continuato intonando le note di “Vedrai vedrai”). Un regalo che il cantante di Latina ha fatto al pubblico e si è permesso dopo 15 anni di carriera. Così come quello di duettare con Carmen Consoli ne “Il conforto”: come fu per Raffaella Carrà, ha rincorso per 20 anni l’artista di Catania che adora da sempre, finché non è riuscito a cantare con lei con cui vorrebbe fare un album intero. Soddisfatto, felice, contento, Ferro si è detto fiero di essere sempre coerente con se stesso (“questo è confortante”, ha affermato, giurando di non aver fatto apposta il riferimento al titolo del brano che avrebbe interpretato da lì a poco con la Consoli), seppur entrato in una fase nuova della sua musica: forse più romantica, forse più incentrata ancora sul peso del richiamo delle parole, giochi di parole appunto che diventano poesia in musica, ma con un’onestà verso se stesso e quello che scrive. Non racconta nulla che non senta nel profondo. E di lì ad eseguire il suo ultimo singolo “Potremmo ritornare” è stato un attimo. Ma questi suoi tre interventi ben descrivono le peculiarità di un Festival che emoziona, omaggia, rende tributi (come quello suo a Tenco), che è fatto di canzoni che parlano d’amore e di ricordi, che ritorna come un appuntamento fisso irrinunciabile per chi della musica fa la colonna sonora della sua vita, eternamente diviso tra passato e presente (“Potremmo ritornare” parla un po’ anche di questo), che consola, dà sollievo e conforto (da cui prende senso il duetto ne “Il conforto”). Ma la coppia Consoli-Ferro è un’ amalgama che funziona bene, che ricorda e richiama in maniera speculare quella di Conti e la De Filippi metaforicamente. Bella l’immagine della prima serata, che la potrebbe rappresentare, di Maria che poggia il suo viso sulla spalla di Carlo per avvicinarsi a lui in segno di confidenza e di amicizia, di stima e di affetto, così come i volti di Tiziano e Carmen si guardano in segno di complicità ed empatia. Un “Incanto” vero e proprio, per dirla con il cantante di Latina. Ma a contendere la scena a Ferro è stato l’altro super ospite atteso, Ricky Martin:

ha cantato a lungo, in un medley in cui ha eseguito anche il brano “Maria”, senza risparmiarsi: una performace di grande spessore artistico eseguita dal vivo e in continuo movimento… Un Ricky Martin esplosivo. Inoltre ha parlato del suo libro, un’autobiografia illustrata anche con una sorta di mestolo che la De Filippi gli ha voluto regalare. “Quando ero piccolo giravo sempre per casa con questo in mano: non perché volessi cucinare, ma perché credevo fosse un microfono per cantare”, ha raccontato.

Ospiti della prima serata di Sanremo 2017 anche i Clean Bandit, gruppo “fusion” interessante inglese che mischia elementi di elettronica con pezzi di musica classica: sul palco dell’ Ariston hanno presentato il loro nuovo singolo “Rockabye“.

Molti si sono alternati sul palco nel finale, in attesa del verdetto delle votazioni dei brani in gara. Tutto sarebbe potuto finire entro la mezzanotte, ma si è dovuto attendere l’una circa per conoscere i nomi delle canzoni a rischio eliminazione: “Ragazzi fuori” di Clementino, “L’ottava meraviglia” di Ron, “Fa talmente male” di Giusy Ferreri (la prima ad esibirsi). Queste tre saranno al centro di un’altra gara nella puntata di giovedì prossimo (non faranno pertanto le cover, ma gareggeranno a tutti gli effetti), con le altre tre che potrebbero uscire definitivamente dal programma di cui conosceremo i titoli a conclusione della seconda serata.
Ma Sanremo 2017 è anche il dopo Festival con Nicola Savino e la Gialappa’s Band, o il pre-Festival con Federico Russo che ha condotto “Prima Festival” in cui ha presentato i cantanti in gara. E poi, ancora, divertente la carrellata con i big in stile “Noi che” con cui si sono raccontati, hanno presentato i loro brani e parlato di Sanremo, dandone una definizione con un aggettivo o una parola. Infine, non da ultimo, il Festival è fatto dalle canzoni non solo che hanno vinto, ma che ne hanno comunque scritto la storia. Questo il senso di “1957-2016”, con cui sono stati riproposti brevi estratti dei successi principali del Festival, sebbene testi che non si sono classificati primi. Importante a proposito l’appello di Carlo Conti “ad ascoltare le canzoni e non fare giudizi o critiche affrettati e avventati”.