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Una donna senza fortuna

una_donna_senza_fortuna_-_ISBNL’ultimo diario di Richard Brautigan, beat folle, leggero, e suicida

Una donna che sta per morire, un beat spaesato dall’avvento degli anni ’80, un’America minore, lontana dalla sua grandezza e quasi ridicola nei piccoli particolari che solo un occhio non allineato riesce a vedere.

Nell’ultimo scritto di Richard Brautigan, piccola e alternativa star della controcultura californiana, c’è un po’ tutto questo. Anche se non te ne rendi conto subito.

Cominci a leggere le pagine di questo folle diario, delirante nel suo ordine casuale e nelle sue giustapposizioni di cronache, sfoghi, lamenti e riflessioni, e difficilmente ti viene da pensare che sia stato una specie di testamento. Sembrano appunti. Appunti di un giovane (ma non abbastanza) docente di scrittura creativa, che di colpo si è ritrovato in un mondo allergico ai fiori e ai colori psichedelici. Hippy nostalgico senza un preciso posto nel mondo, Brautigan sembra vagare attraverso gli stati, attraverso i giorni, attraverso la vita. Senza un traguardo se non quello di registrare i dettagli del mondo e di lasciargli in eredità i suoi.

Ma proprio per questo Una donna senza fortuna è quasi un testamento. È il lascito non solo di un uomo delizioso, ma soprattutto di un approccio alla vita che non ammetteva schemi, ruoli, modelli imposti. Un approccio pieno di amore per le persone e di empatia, di dolore vissuto in solitaria e di battute sulla morte, di viaggi vissuti con due camicie soltanto, di lontananza dal conformismo e dagli dei potere e denaro. Un approccio fuori moda. Un po’ come si sentiva Brautigan, forse, mentre scriveva questa pagine, ridendo del mondo e dell’angoscia che si porta dietro, mentre il tempo accompagnava il suo malessere “con nubi basse e cappe di nebbie e brume che parevano grucce per gli abiti dei defunti”.

Mi ha ascoltato parlare della mia speranza di raggiungere un periodo di grazia nella vita. Quello che intendevo dire con ‘grazia’ era un rapporto più realistico con il corso della vita, in modo da raggiungere una certa tranquillità e piazzare un po’ più di distanza tra le frustrazioni e le agonie della mia vita, che sono molto spesso mie creazioni personali. È interessante che abbia usato la parola ‘realistico’. Invece di avere soltanto qualche chilometro e talvolta solo pochi centimetri tra un problema e l’altro, perché non incrementare la distanza? Sarebbe bello una volta tanto avere 47 chilometri tra un problema e l’altro e magari in 47 chilometri un po’ di pace potrebbe spuntare come una giunchiglia in mezzo ai miei problemi. Mi sono sempre piaciute le giunchiglie. Sono quasi i miei fiori preferiti”.

Richard Brautigan
Una donna senza fortuna
Traduzione di Enrico Monti
Isbn edizioni
137 pagg., 11 euro

di Flavia Vadrucci

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine