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Un giorno questo dolore ti sarà utile

Un romanzo che racconta, con singolare grazia ed ironia, il dolore e la necessità di crescere in un mondo tutto sommato assurdo

 

Titolo accattivante, trasposizione cinematografica, caso editoriale: “Un giorno questo dolore ti sarà utile” aveva tutta l’aria del libro da evitare, perché sospettato fortemente di essere un prodotto di marketing .

Ma per fortuna ci si sbaglia, e a dispetto del film, che ha raccolto recensioni controverse, il libro di Peter Cameron è un romanzo convincente e non banale, da leggere in solo pomeriggio, no-stop, fino all’ultima pagina. Con il dispiacere, poi, di averlo terminato.

Merito innanzitutto della scrittura: puntuale, mai divagante, densa di humor e riflessioni. Le riflessioni, anzi, le illuminazioni di un diciottenne newyorchese, James Sveck, che proprio non si sente a suo agio con i suoi coetanei, ma neanche con gli adulti: insomma, un disadattato. Ma disadattato rispetto a chi?

Madre borghese con velleità artistiche e mariti improbabili, padre avvocato di successo ossessionato dal restare giovane, anche con la chirurgia estetica, sorella insopportabile, James in verità sembra essere l’unica persona di buon senso della famiglia, anche se il buon senso, qui, assume declinazioni tutt’altro che scontate. Perché il ragazzo odia i suoi coetanei –  specialmente quelli con cui farà un viaggio premio a Washington – e non intende andare all’università a cui lo hanno già iscritto, ma comprare una casa nel Midwest  dove vivere da solo con i suoi libri preferiti: serve altro per essere felici?

Le uniche persone con cui val la pena di instaurare un rapporto sono  il socio di sua madre – al quale giocherà però un brutto scherzo – e la nonna Nanette. Disperati, i genitori le proveranno tutte per  “curare” la sua diversità, con esiti tragicomici.

Da un lato James, con in tasca le verità che solo un diciottenne può avere, dall’altro il mondo. E nell’estate del 2003, mentre sua madre ritorna dalla luna di miele già andata a rotoli, questi due universi, in un modo o nell’altro, sono destinati a incontrarsi. Crescere non è mai semplice; se poi hai un’intelligenza fuori dal comune può essere molto complicato, e allo stesso tempo esilarante.

Il romanzo è stato accostato – è la prima cosa che viene in mente- a “Il giovane Holden” di Salinger, e certamente il tema dell’adolescente in fuga, e anche diversi episodi,  accomunano i due libri, ma con molte differenze nello stile e nella “dimensione storica” del personaggio. In questo, James richiama alla mente, più che Holden Caulfield,  la dodicenne “aspirante suicida” de “L’eleganza del riccio”: entrambi non portano soltanto la propria storia di personaggi, ma dicono molto del ricco, nevrotico,  mondo  occidentale in crisi, raccontandone le mancanze e le varie insensatezze.

Romanzo di formazione, puntellato di considerazioni sul senso delle proprie scelte e  sulle relazioni umane,  il libro di Cameron è una piccola, piacevole perla. E rimane impressa, soprattutto,  la caratterizzazione del protagonista, ricca di sfaccettature e contraddizioni. L’unica incrinatura, a voler essere critici, si scorge nel finale: da James, forse, ci saremmo aspettati qualcosa di diverso. Ma il ragazzo in fondo ha solo diciotto anni, e tutta la vita per sorprenderci ancora.

Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile

Autore: Peter Cameron

Editore: Adelphi

Pagine: 206

di Angelina Di Fronzo