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Lei è viva e ce l’ha fatta

La_morte_ha_bussato_alla_mia_porta._Io_mi_sono_barricata_e_non_ho_apertoGabriella Di Luzio ci racconta in una minuziosa biografia la sua lotta contro il cancro

E sei li, rimani immobile ad aspettare che qualcosa accada.

O forse qualcosa è già accaduto ma tu hai deciso di non muoverti, di rimanere fissa nella tua sorda bolla, in quella stanza insonorizzata dove nulla può arrivare, dove il cielo non esiste, dove l’acqua della pioggia non può bagnarti e la luce del sole non può scottarti, dove le voci sembrano ricordi di un’altra epoca e le immagini solo sfuocati sogni legati ad un’altra vita. E si, è proprio questa la parola chiave la vita: quella cosa che se non ce l’hai non sai che esiste, ma se hai la fortuna di conoscerla cerchi di indossarla con la spensieratezza e l’ansia di una sposa il giorno del suo matrimonio. Ma succede a volte che la sposa sia costretta a spogliarsi del suo vestito per rimanere nuda, infreddolita, provando vergogna per il proprio corpo, per l’improvvisa scomparsa di quell’abito su cui tanti sogni aveva cucito.
E cosa succede in questi casi? Cosa accade quando quell’abito, la vita, all’improvviso sembra sfumare, evaporare in minuscole e inconsistenti molecole che non si lasciano afferrare? Il percorso di un’esistenza che sfuma è il tema centrale del libro scritto dall’attrice teatrale e cinematografica Gabriella Di LuzioLa morte ha bussato alla mia porta. Io mi sono barricata e non ho aperto”. Si tratta del viaggio intimo e introspettivo che l’autrice è costretta a fare dal momento in cui scopre di avere un carcinoma: un tuffo nella spietatezza di un destino anarchico intriso però della voglia di vivere di una persona che vorrebbe urlare al mondo “io ce l’ho fatta”. Sì, perché Gabriella, come tante altre donne nella sua stessa condizione, ha deciso di combattere quella che lei chiama la bestia, quel cancro che le è arrivato addosso come un uragano ma che le ha dato la possibilità di conoscersi più a fondo e di ritrovare gli affetti perduti che tanto tempo prima non era stata capace di tenere stretti nel suo grembo di mamma e sorella. Altro punto fondamentale su cui fa leva il libro della Di Luzio consiste nell’importanza di tener presente alcuni punti saldi, fondamentali per affrontare un male che potrebbe colpire chiunque senza alcun tipo di preavviso. A questo proposito la scelta del medico giusto, la consapevolezza di una comunità che salvifica, l’umanità degli operatori sanitari, l’importanza di continuare ad essere quella di sempre sono fattori che non possono essere sorvolati nel momento in cui si decide di compiere una scalata verso la guarigione, verso una seconda vita.
Senza cadere in banali luoghi comuni, questo libro rappresenta solo una testimonianza, un modo per  conoscere più da vicino quel nemico che si annida fra le rughe della vita, quel mostro che fa tanta paura ma che in realtà non può crogiolarsi in quell’aura di invincibilità che tanto spaventa.  Gabriella Di Luzio oggi porta una cicatrice profonda, segno inconfondibile di una battaglia vinta, di un percorso affrontato, di un periodo che è l’ossimoro della sua seconda chance dal momento che attraverso la distruzione ha saputo ricostruire.  Gabriella non è più nuda, ha ritrovato il suo abito da sposa. Lei è viva e ce l’ha fatta.

Titolo: “La morte ha bussato alla mia porta. Io mi sono barricata e non ho aperto”
Autore: Gabriella Di Luzio
Editore: Graus
Anno: 2010
Pagine: 112
Prezzo 10 euro 

di Maria Eliabetta Filod’oro

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine