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Graphic Novels






Graphic_Novels1«VOLTO NASCOSTO»


Maschera d’argento che gli copre sempre il volto, predone del deserto, leggendario guerriero e profeta. Il suo nome è Volto Nascosto: nuovo eroe del fumetto italiano e ultimo personaggio cult della Sergio Bonelli editore.

Creato dall’eclettico Gianfranco Manfredi, la mini-serie che uscirà il 10 ottobre in edicola, è composta da quattordici numeri che costituiscono altrettanti capitoli di un’unica graphic novel.

La prima storia disegnata da Goran Parlov si svolge a Massaua, in Eritrea, la seconda è invece disegnata da Massimo Rotundo ed è ambientata a Roma alla fine dell’ottocento, con ricostruzioni storiche dei quartieri e degli ambienti dell’epoca fatte in modo fedele. Lo sfondo storico è dunque quello della prima avventura coloniale italiana in terra africana al tempo di Crispi: celebre per il disastroso epilogo dell’esercito italiano. Il genere invece è il kolossal epico che rimanda a film come Gunga Din, Zulu Dawn, le Quattro Piume, Lawrence d’Arabia.
Oltre a Volto Nascosto, a popolare le pagine di questo melodramma noir ci saranno altri caratteristici personaggi: Ugo Pastore, il buono della situazione che si adatta a malincuore a un oscuro incarico presso un notaio; Vittorio De Cesari, rampollo di una famiglia nobile, tenente di cavalleria e tombe de femme e infine Matilde Sereni, una passionale gentildonna romana che rimanda alle classiche eroine dell’opera lirica.

«DIMMI CHE NON VUOI MORIRE»


Il titolo rimanda inevitabilmente e non a caso a una canzone di Patty Pravo ma, aggiungerei io tanto per essere in tema, anche a un datato episodio di Dylan Dog del 1993 (seconda ristampa) di Sclavi-Ferrandino-Roi, intitolato: «Ti ho visto morire». Ma potremmo andare avanti all’infinito a forza di esempi.
«Dimmi che non vuoi morire» è una graphic novel disegnata da Igor Tuveri su testi di Massimo Carlotto, uscito per la Mondadori prima dell’estate. Realizzato in bicromia azzurra lavorata con i mezzitondi della grafite – una tecnica questa che non fa altro che accentuare ancor più la malinconia sui volti dei personaggi – «Dimmi che non vuoi morire» è ambientato tra la Sardegna, Parigi e il Nordest e racconta una storia criminale legata alla borghesia italiana: la stessa che da tempo ha scelto di arricchirsi illegalmente con la corruzione e il riciclaggio di denaro sporco. Marco Buratti detto l’Alligatore (già protagonista di cinque romanzi di Carlotto) è un ex detenuto che lavora come investigatore senza licenza. Aiutato nelle indagini da due soci, Beniamino Rossini, contrabbandiere e rapinatore, esponente della vecchia malavita milanese e Max la Memoria, ex appartenente a un gruppo della sinistra rivoluzionaria nonché esperto di controinformazione e analista dei fenomeni malavitosi, la storia prende le mosse proprio quando il proprietario di un noto ristorante di Cagliari si rivolge all’Alligatore e ai suoi soci per ritrovare Joanna, la sua amante. Una donna questa, che vive come se fosse l’incarnazione di una nota cantante italiana degli anni Sessanta… un personaggio femminile, plasmato proprio sulle fattezze della Pravo.
(«Dimmi che non vuoi morire», di Massimo Carlotto e Igor Tuveri, Mondadori, pp. 144, EUR 15.00)

«CHE»


Il 17 ottobre del 1997 le spoglie di Ernesto Che Guevara, vennero sepolte ufficialmente nel mausoleo di Santa Clara a Cuba, dopo che per un trentennio erano rimaste occultate nella cittadina boliviana di Vallegrande.
Il mito di Che Guevara, a quarant’anni dalla sua morte, resiste e perdura. Tra i moltissimi omaggi, il documentario “Che Guevara, il corpo e il mito”, realizzato da Raffaele Brunetti e Stefano Missio e prodotto dalla B&B Film in collaborazione con tv di dodici paesi, che è stato presentato proprio il 3 ottobre scorso alla Casa del Cinema a Roma. Ma i quarant’anni della morte del Comandante, vengono ricordati anche in libreria. Esce infatti per i tipi della Rizzoli un romanzo a fumetti che racconta a capitoli alternati la fatale spedizione in Bolivia (con i disegni di Enrique Breccia) e la vita precedente del Che (opera del padre Alberto).
Uscito a puntate su una rivista nel 1968 e poi in volume, fu bandito quando Isabel Perón salì al potere. Dopo il colpo di stato militare del 1976, l’editore fu ucciso, lo sceneggiatore Oesterheld, e con lui gran parte della sua famiglia, finì nelle liste dei desaparecidos e i Breccia distrussero tavole e lastre originali, salvando solo una copia, sepolta in giardino. Nel 1995 in Italia il «Che» venne pubblicato grazie alla piccola Topolin Edizioni. Da allora introvabile, il volume oggi torna in libreria, a narrarci la vita del Che e soprattutto il viaggio in Bolivia.
(«Che», di Breccia Enrique, Oesterheld Martin, Rizzoli, pp. 120, EUR 14,90)

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine