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Le interviste di Eclipse: Igor Mattei

In occasione dell’uscita del film “Te Absolvo”, intervistiamo l’attore comprimario del film di Carlo Benso

Te Absolvo, il film di Carlo Benso, uscirà il 17 ottobre, e sarà presentato in quella data nel cinema Madison di Roma, con il cast al completo. Intervistiamo l’attore Igor Mattei, protagonosta insieme a Toni Garrani della pellicola indipendente.

  • Un ruolo dalle sottili sfaccettature, come lo hai preparato, che esperienza è stata?

Ho sempre avuto un approccio poco metodico e molto istintivo alle sceneggiature o ai copioni. Assorbo sempre, per “costruire” un personaggio, la prima impressione che mi arriva dalle singole battute e poi vado cesellando col regista o da solo quando lavoro per conto mio. E lascio poi che la mia interagisca con quella del/dei partner con i quali di volta in volta ho lavorato. Con l’augurio di trovare colleghi che non si chiudano in autoreferenziali percorsi introspettivi o in istrionismi e si lascino altrettanto andare a questo gioco di reciproco ascolto: quando accade è magia. Cosí ho fatto anche per questo ruolo. E per fortuna la magia c’ è stata grazie a Toni Garrani, attore e collega di grande esperienza e tecnica ma nel lavoro sul set sempre di estrema discrezione e garbo, anche quando mi ha proposto il suo punto di vista su alcuni passaggi del mio personaggio. Mi ha fatto lavorare serenamente, senza ansia e questo mi ha permesso di lavorare al meglio, nonostante le tempistiche strettissime.
Una persona che ha mantenuto autentico e non troppo sovrastrutturato il suo rapporto col mondo esterno e conseguentemente – io credo – da un punto di vista artistico, non si è arroccato, come tutti i migliori attori, su una presunzione dovuta ad anni e anni di carriera e ad una importante storia artistica paterna alle spalle.

  • Come ci racconteresti il rapporto con Carlo Benso, il regista? 

Direi “dialettico”e quindi mai statico, per fortuna, aggiungerei… Nutro per Carlo una simpatia naturale e spontanea, legata alla sua genuina socievolezza e bonomia da “eterno ragazzo di campagna”. Il mio essere molto disponibile sul lavoro ma anche molto esigente si è invece talvolta scontrato sul set, come nalla vita, col suo meno evidente temperamento passionale,”ostinato”, irruento – come lo sono d’altra parte anche io (siamo entrambi segni di fuoco…). Ma sono convinto che scambi anche più accesi e meno convenzionali portino sempre anche nel lavoro – quando restano entro i limiti del rispetto dei reciproci ruoli e professionalità – ad una maggiore, arricchente conoscenza umana e quindi artistica.
Al di là quindi di questa aneddotica che mi piace raccontare per evitare un’intervista troppo azzimata, posso dire che con Carlo abbiamo lavorato davvero al massimo di quello che abbiamo potuto, ritrovandoci ogni giorno a fine riprese, stanchi oltre misura, ma con la bella sensazione di aver fatto sempre al meglio e con passione, artigianale, mi verrebbe da dire e col desiderio dunque – come ogni artigiano che si rispetti – di restare insieme ogni sera insieme a Toni, Karolina (con la quale ho lavorato molto poco nel film, ma la cui bella presenza, il suo carattere spumeggiante, scanzonato e dolcissimo ha apportato un contributo incredibile nel gruppo come ha apportato sullo schermo la sua sendibilità di attrice) e a tutta la troupe in loco, per rilassarci e allentare la tensione dei ritmi serratissimi della giornata, con qualche bel bicchiere di barbera, chiacchiere e tante risate, quasi sempre seduti tutti intorno ad un tavolo ricco di ogni prelibatezza monferrina.
Da un punto di vista artistico posso dire invece che Carlo è un regista che ama lavorare con gli attori e sulle battute – per via probabilmente della sua formazione teatrale e questa è una gran cosa per un attore e un merito affatto scontato per un direttore di attori – se guardando tanta cinematografia italiana mi accorgo di quanti registi pur bravissimi e virtuosi dietro la macchina da persona, non amino o forse non sappiano farlo.
Voglio ringraziarlo infine di cuore per aver accetato la sfida di affidarmi il non facile ruolo di Don Paolo, quando dopo essermi fatto da tramite con Francesco Montini per fargli leggere la sceneggiatura (lo sottolineo da sempre solamente perchè da artista sono ORGOGLIOSO di essere stato in qualche modo primo artefice della materializzazione di un sogno artistico) gli dissi con forza che il ruolo di Don Paolo era giusto per me. Lo vidi un pò trasecolare, a dire il vero, rimuginare come lui sempre fa quando deve metabolizzare un evento inaspettato. Ma la sera poi tornando a casa mi telefonò e mi disse: “Oh Igor ,non solo farai questo ruolo, ma ti ringrazio di avermici fatto pensare… È giusto per te”… E da lì è iniziata l’avventura che spero continui… con questo e con altri progetti futuri.

  • Una grande avventura di cinema indipendente. Restando su questo argomento, è possibile fare cinema indipendente di qualità in Italia e diffonderlo?

Cinema indipendente in Italia? Ormai a parte quelle pochissime produzioni che prendono il grosso dei finanziamenti statali, essere indipendenti non è più una scelta ma un’alternativa obbligata… Certamente essere indipendenti nel cinema richiede sempre quella copertura economica minima che non è mai uno scherzo… Ma chi dice, se si affronta con lucidità la questione, che da questa necessità non nasca qualcosa di migliore e di più bello? Se a livello produttivo e quindi artistico si sarà costretti a un maggior coraggio, a una minore prudenza… In fondo il neorealismo così nacque…