pornplacevr

Venezia Cinema 2010: Ovsyanki, le anime silenziose di Fedorchenko

pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
Venezia Cinema 2010: arriva Potiche, commedia vintage firmata Ozon
Settembre 4, 2010
Spezie Dorada: dal web al Grande Fratello
Settembre 5, 2010
Show all

Venezia Cinema 2010: Ovsyanki, le anime silenziose di Fedorchenko

Silent_SoulsIl regista siberiano Aleksei Fedorchenko torna quest’anno al Festival di Venezia, dove aveva vinto nel 2005 il Documentary Award con la pellicola intitolata First on the Moon. Il film presentato in questa edizione del Festival è Ovsyanki (Silent Souls), che concorre all’assegnazione del tanto ambito Leone d’oro.

Ovsyanki è tratto da una novella di Denis Osokin e ripercorre il viaggio di due uomini attraverso la voce narrante di uno di loro, Aist Sergeev. Questi accompagna Miron, suo datore di lavoro nonché amico, che deve dare l’estremo saluto a sua moglie Tanya e deve farlo secondo le usanze del suo popolo. Il viaggio dei due uomini sarà accompagnato quindi dai ricordi della donna scomparsa – amata da entrambi – e dalle riflessioni sulla propria terra, il proprio popolo, le proprie radici. La cultura che Fedorchenko racconta nella sua pellicola è quella Merya, un’antica tribù ugro-finnica del Lago Nero.

Ovsyanki è un film sulla morte e sull’oblio, indagati con grande maestria in una duplice veste. La morte è quella delle persone, della gente a noi cara che scompare portandosi con sé una parte della nostra vita. Ma è anche la morte di una collettività, di un popolo, che lentamente rischia la scomparsa e la dimenticanza delle proprie tradizioni. In questo contesto, guadagna un significato cruciale l’esempio della cultura Merya – allegoria della vita – che è riuscita a sopravvivere nel tempo nonostante la popolazione Merya sia stata assorbita da quella russa nel XVII secolo.

Ovsyanki è un film lento e profondo. È un triste raccoglimento in pensieri e riflessioni che il talento del regista riesce a trasformare in poesia. Una poesia che accompagna tutta la narrazione e che si condensa attorno all’immagine di due zigoli, piccoli uccelli che sono testimoni silenziosi di un viaggio che è forse il più importante di tutta la vita.

La pellicola è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico, che ha reagito con scroscianti applausi e attestati di stima (meritatissimi). Tuttavia, il rischio di Ovsyanki è quello di rimanere un film di nicchia, difficilmente apprezzato dal grande pubblico. Eppure si tratta di uno dei film più toccanti e lirici di questa edizione del festival. Che possa essere il vincitore?

 

di Silvestro Capurso