Jim Loach fa luce su un caso agghiacciante della storia britannica con un film che renderebbe orgoglioso suo padre
Finalmente un film che ha tutte le carte in regola per vincere questo Festival.
Presentato nella Selezione Ufficiale – Competition, Oranges and Sunshine, opera prima del giovane Jim Loach (figlio del ben più noto Ken), racconta la storia – purtroppo – vera di Margareth Humphreys, l’assistente sociale di Nottingham divenuta famosa in tutta l’Inghilterra (e non solo) per aver fatto, finalmente, luce su uno dei più agghiaccianti misteri della storia del governo britannico: la tratta degli schiavi degli anni 50, che contò all’attivo più di 130.000 bambini indigenti deportati nei paesi del Commonwealth (principalmente a Perth, in Australia) e consegnati nelle mani di deplorevoli “monaci” e “assistenti sociali”, che sfruttavano la manodopera dei bambini di giorno ed abusavano dei loro innocenti corpicini la notte.
Un po’ film d’inchiesta alla Erin Brockovich, un po’ biopic drammatico sulle vicende di Mrs Humphreys, Oranges and Sunshine è un film complesso, intenso, carico di pathos e di emozioni, veicolate senza alcun dubbio dalle incredibili interpretazioni di attori come Emily Watson (nei panni della protagonista) e Hugo Weaving (uno dei 130.000 ragazzini ormai adulti e incerca di verità, riscatto e libertà).
di Luna Saracino
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