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Romacinemafest 2011: Tyrannosaur

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Romacinemafest 2011: Tyrannosaur

Finalmente un film brutale e luminoso, gemma grezza del Festival (sezione Occhi sul mondo) direttamente dal Sundance, con un truculento Peter Mullan

Un crudele, nuovo, pulp Ken Loach. Un figlio del Sundance scorretto e debordante. Rivelazione della giornata di ieri e applaudito con interminabile affetto nell’unica proiezione del Festival. Una sublime latrina dei reietti, Tyrannosaur. Esordio alla regia lacerante, distillato al doppio malto, per Paddy Considine (premiati al Sundance Film Fest 2011 la regia e i due viscerali protagonisti). Riesumato a suon di “fuck off!” Peter Mullan torna dai tempi gloriosi di My name is Joe, segnato nella voce roca e pastosa con il suo detestabile Joseph, un alcolizzato feroce che detesta la civiltà e le sue ipocrisie in pieno giorno, che ammazza cani per impeti idioti e cerca la rissa continua, che difende ragazzini sfortunati e sa amare donne stuprate con anomalo rispetto. Joseph è disoccupato e vedovo, frequenta le bische e ha un amico barbone galantuomo, ha assassinato per sbaglio il proprio adorato cane Bluey e capita altrettanto per caso nel negozio/rimessa di vecchi stracci e vecchi oggetti della remissiva e pia Hannah (splendida Oliva Colman). Joseph scarica le frustrazioni di un’esistenza ai margini e a rotoli tra un bar e l’altro tempestando di insulti acuminati creature più deboli e picchiando a destra e a manca, ricevendo minacce di morte e attentati vari. Sua moglie era bellissima e grassa, una diabetica ingenua e imprudente, un pesante tirannosauro. Hannah invece è un fringuello senza famiglia, bloccato nella gabbia di un marito sadico, impotente e meschino, che la violenta col vetro e le urina in faccia. Dopo l’incontro paradossale (magnifico il dialogo surreale in mezzo ai vestiti) e un istantaneo rifiuto da parte di Joseph, che non vuole e non può distruggere la perfezione di Hannah per essere investito anche dai suoi drammi, i due affrontano una bislacca convivenza forzata. Hannah, dopo l’ennesima lite furibonda col marito osceno, fugge di casa e trova riparo dal burbero periferico appena conosciuto. Nonostante la ritrosia misantropa, Joseph ama silenziosamente i derelitti suoi simili e aiuta la tenera Hannah, finché non scopre un terribile “cadavere”. Tra una vendetta e una testa di cane mozzato, un bimbo sfregiato e una mamma irrecuperabile, Joseph si riabilita, diventando bastardo dalla pellaccia morbida, un uomo che sa “guardare” e abbracciare anche tra le sbarre. Come il regista, cantore lucido, efferato, privo di retorico inganno. Tyrannosaur è l’epica mai consolatoria del quotidiano più sordido, la vera cronaca della miseria dell’occhio per occhio, una ballata che calcia lo stomaco. Un’opera diretta, rugosa, palpitante, sboccata. L’amore vero, nelle fogne della società.

TITOLO E CAST

Regia di Paddy Considine

Con Peter Mullan, Eddie Marsan, Olivia Colman

Regno Unito, 2010 – 91’

di Sarah Panatta