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Romacinemafest 2011: Love For Life

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Romacinemafest 2011: Love For Life

Dalla Cina, una favola nera sull’amore tormentato e condannato

Ritorna al Festival Internazionale del Film di Roma il regista cinese Gu Changwei, che nell’edizione 2007 presentò il suo film Li Chun (And the spring comes). In questa sesta edizione della kermesse cinematografica romana, il regista propone il suo ultimo lavoro, intitolato Love for Live (selezione ufficiale, in concorso).

Un piccolo villaggio cinese è straziato da una epidemia di AIDS, causata dal commercio illecito di sangue. In questo scenario spettrale e sconcertante sboccia l’amore tra i due protagonisti, al centro della storia: De Yi (Aaron Kwok) e Qin Qin (Zhang Ziyi),entrambi malati. Il loro è un amore proibito e illegittimo, che sembra scandalizzare l’intero villaggio ben più di quanto sconcerti l’epidemia mortale. La mannaia del giudizio altrui pende sull’amore dei due giovani perché sono entrambi già sposati. I due ragazzi dovranno decidere se arrendersi alle circostanze e allo scorrere dei giorni o se lottare per legittimare il loro amore, affinché possa durare anche dopo la loro scomparsa.

L’idea di questa favola nera è buona e ricca di spunti interessanti, che tuttavia si dileguano nel corso della narrazione, inciampando in una sceneggiatura (scritta a sei mani, forse troppe) incerta e zoppicante. Questa riesce a proporre spunti narrativi suggestivi, che vengono però puntualmente abbandonati, dimenticati o tralasciati per tornare sul tema dell’amore tormentato, un tema che, tuttavia, annoia piuttosto che commuovere.

Degne di nota le scelte stilistiche della fotografia e della scenografia, improntate su un sapiente gioco di spazi (chiuso – aperto; vicino – lontano; alto – basso) e di relazioni e caratterizzate da un utilizzo espressivo dei colori. Buona parte della pellicola è dominata da colori freddi e taglienti, quasi cupi (blu, verde scuro, grigio, nero). Ben presto all’interno di questa gamma si inseriscono le prime note di brio, affidate alla figura femminile di Qin Qin, che irrompe nella narrazione con il suo rosa, colore che la distinguerà fino al termine del film, quando invece diventa dominante il rosso. Un rosso che ha un duplice valore simbolico e che rappresenta bene il binomio su cui si regge l’intero racconto: amore e morte.

di Silvestro Capurso