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Roma Fiction Fest 2014: Maya the Bee Movie… non un film di serie B

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Roma Fiction Fest 2014: Maya the Bee Movie… non un film di serie B

Roma Fiction Fest 2014- Ape Maia – ©Silvia Gerbino

Roma Fiction Fest 2014- Ape Maia – ©Silvia Gerbino

Nella prima giornata del Roma Fiction Fest, torna a farci sognare come bambini l’Ape Maia, al suo debutto sul grande schermo, dopo 104 anni di attività, tra serie tv e libri. Dal 18 settembre al cinema

Ore 12:  nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma sta per iniziare la proiezione del primo film previsto all’interno del Festival romano in cui a fare da padrona è la serialità in tutte le sue sfaccettature. La sala è piena di bimbi festanti che difficilmente superano gli otto anni, con relativi genitori al seguito, sui volti dei quali si legge con estrema chiarezza la grande voglia che hanno di godersi 79 minuti di cartone animato.

Una tenera bambina urlante è il preludio della programmazione, tanto che è lecito chiedersi se effettivamente non sarebbe stato meglio il divano della propria casa: d’altronde agli adulti perché dovrebbe interessare l’Ape Maia?

Si spengono le luci, i bambini finalmente si acquietano e il film può cominciare.

Sin dal primo fotogramma, protagonista delle scene è lei, l’ape più famosa del mondo (in una forma digitale che, a dir la verità, non le rende giustizia), scalpitante nella sua voglia di conoscere il mondo, vivace e spontanea, contraria a ogni tipo di imposizione da parte dell’alveare. Gli insetti che operano insieme a lei non sono altro che archetipi, tipologie di personaggi che da sempre troviamo nelle fiabe o nelle favole: la regina buona, il consigliere traditore, l’amico insicuro e pieno di paure, il nemico cattivo. Banale, no? Si può già immaginare come andrà a finire. Eppure, lo scetticismo inizia pian piano a scemare.

Durante il film, scopriamo che i calabroni, nemici giurati dell’alveare, insegnano ai loro figli quanto siano cattive e malvagie le api, e lo stesso lavaggio del cervello viene imposto a Maia e ai suoi amici. I due gruppi vivono con l’idea che “non ci si deve mischiare con altri insetti”, ma la natura “umana” (anche se sono insetti sono creati dagli autori con pregi e difetti umani) è la stessa in ogni essere, e anche i nemici possono provare sentimenti puri come l’amicizia o l’amore. Maia non va al di là delle differenze perché lei queste differenze negli altri non le vede, mentre, tralasciando le regole e l’educazione imposta, riesce a tirare fuori ciò che c’è nell’anima di chi la circonda, scoprendo che persino quello che più ci spaventa può essere superato, se si hanno degli amici su cui contare.

È veramente così banale il messaggio? A noi non sembra. Certe storie sono belle nella loro semplicità e verità, soprattutto perché fondate su ciò che l’uomo è da sempre.

Uscendo dalla sala genitori e figli si allontanano soddisfatti. Forse anche un cartoneanimato può contribuire a dare serenità e soddisfazione, e perché no, ad instillare principi di educazione civica e di umana comprensione.

di Rosa Maria Pazienza