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Rai Tre punta sulla serie americana e sul bon ton con “Mr. Selfridge”

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Rai Tre punta sulla serie americana e sul bon ton con “Mr. Selfridge”

Mr SelfridgeOgni domenica in prima serata

Mr Selfridge”, il gusto dell’eleganza, del mettere in scena i prodotti migliori da tutto il mondo, con l’avventatezza di chi ama il rischio e l’esagerazione ostentata di un sognatore, perché la gente merita il meglio ed occorre darle il meglio. Ad ogni costo e con ogni mezzo. Moda e teatro si fondono per creare uno stile unico, ma riconoscibile: quello Selfridge appunto. Il gusto e il senso dell’arte si fondono con il senso degli affari di un imprenditore a tratti spregiudicato e spericolato, ma proprio per questo amato, apprezzato e rinomato. E che insegue il sogno di creare una catena prestigiosa di negozi a Londra.

Così si può riassumere lo spirito che anima “Mr. Selfridge”, una serie televisiva britannica, in onda gratuitamente su Rai 3 dall’8 giugno scorso. Trasmessa su ITV dal 6 gennaio 2013, è approdata nel nostro Paese dal 29 maggio dello scorso anno, diffusa su Diva Universal. La serie è basata sul romanzo “Shopping, Seduction & Mr Selfridge” di Lindy Woodhead, che racconta la storia dell’imprenditore Harry Gordon Selfridge e della sua catena di negozi Selfridge & Co. A febbraio 2013 è stata rinnovata per una seconda stagione di dieci episodi, ambientata nel 1914, e a marzo 2014 è stata ordinata la terza stagione, ambientata nel 1919, per altrettanti episodi.

Non è il primo caso di moda prestata al cinema e di un piccolo e grande schermo che parlano di moda. Ricordiamo il caso del film su Ives Saint-Laurent o di quello su Coco Chanel. La tv, poi, ha cercato di diffondere una cultura dell’abbigliamento anche tramite programmi quali: “Ma come ti vesti?” o “Dire, fare, baciare” su Real Time. L’abito come specchio della propria personalità ed immagine, che va curato nei minimi dettagli. E può essere persino determinante per il successo. Questo vuole trasmettere questo singolare personaggio di Mr. Selfridge, interpretato da uno straordinario ed abilissimo Jeremy Piven (doppiato da Sergio Luzi).

La sua filosofia è: “lavorare è elettrizzante ed entusiasmante, avere successo è magnifico”. Decisamente provocatorio, il suo motto è fare del negozio un palcoscenico: “dobbiamo organizzare uno show” per la presentazione al pubblico della boutique, per la sua apertura inaugurale, afferma senza esitazioni. Tanto da chiamare, per allestire la vetrina, il più importante allestitore di vetrine di Londra, che le pensa come un teatro dove mettere in scena la storia del negozio e il suo spirito. Il segreto del suo successo è il coraggio di osare senza freni, senza remore, con determinazione, ostinazione, sagacia, capacità di convincimento, e un briciolo di follia. Prima di costituire la catena manda un anno in giro personale a ricercare i prodotti migliori. Inizia tutto senza fondi. L’unica cosa che per lui conta è che “tutto deve essere entusiasmante, avere nuove idee, portare un nuovo modo di pensare, una nuova visione del mondo, il punto di vista Selfridge appunto”. Il suo è un linguaggio quasi mediatico, propagandistico, quasi che parlasse per spot pubblicitari e promozionali; per lui Selfridge significa “Il futuro è oggi, con la sua voglia di cambiare”. Portare la novità ovunque. Un vulcano di energia, si lancia nei progetti senza pensare troppo alle conseguenze, ma convinto del successo. Per lui fare imprenditoria e quella catena di negozi è come “volare alla cieca”, con il coraggio di viaggiare verso l’ignoto e camminare nell’oscuro dell’incerto e del rischio di perdere tutto, ancor prima di aver concretizzato qualcosa. E questo nella moda c’è sempre stato: esagerare ed osare, per caratterizzare.

Arriva così a creare la catena Selfridge, una sorta di casa del bon ton, di prodotti di alta qualità, un po’ un misto tra gli Harrods londinesi e le Galeries La Fayette parigine. Ricercare i tessuti e i prodotti più validi significa per lui investire sul futuro: solamente così riuscirà a conquistare il difficile pubblico inglese, londinese e del mondo dello spettacolo, facendosi affiancare e sostenere, convincendo, anche personalità esigenti famose. Gli accessori (dai guanti alle sciarpe) non sono solamente meri accessori, ma parte integrante della persona, della personalità di un individuo e altamente caratterizzanti il suo successo; determinanti nel costituirlo diventano, così, parte anche dello spettacolo stesso, tanto del palco di un teatro quanto di quello della vita di una persona appunto: chi li indossa ne viene connotato, ne è reso particolare, identificabile. Si tratta di oggetti molto sofisticati pur nella loro semplicità, finezza e raffinatezza. I negozi Selfridge sono una sorta di oasi di Bellezza, dove la B maiuscola rima con Bon Ton. Per diffondere il gusto dell’arte del sapersi vestire e presentare, del non trascurare nessun particolare, né lasciare nulla al caso, ma ricercare sempre la massima precisione espressiva attraverso un elevato gusto estetico.

di Barbara Conti