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L’era dei cartoni animati è iniziata

Che siano Disney-Pixar o DreamWorks i cartoon restano il genere più ‘affidabile’ per il cinema e il botteghino

Da tempo sembra quasi che l’universo dei cartoni (che siano Disney-Pixar o DreamWorks è indifferente) si stia imponendo come genere cinematografico: è il genere che può piacere a grandi e piccini, è il genere che riesce a stupire sempre di più, è il genere che da tempo porta con sé il maggior numero di sperimentazioni tecniche; basti pensare al fotorealismo di Rango di Gore Verbinsky che, senza 3D, ha usato inquadrature tipiche del cinema reale, il deep focus ed ha creato personaggi animali basandosi sulle caratteristiche degli attori che li interpretavano con la motion capture.

Di fatto il genere d’animazione è anche il genere meno rischioso su cui costruire sequel, spin-off, prequel perché gode della garanzia di avere (quasi) sempre un pubblico, quello delle famiglie, su cui contare.
E già da questa estate abbiamo prodotti animati a non finire, pronti a stupirci: da un lato Kung fu Panda 2 e Il gatto con gli stivali, della casa DreamWorks, che puntano su personaggi già noti e che, in passato, hanno funzionato più che bene.
Poi ci sono personaggi notoriamente 2D, come Alvin, i Puffi o l’Orso Yoghi, nella rispettiva reinterpretazione in 3D che vengono affiancati da attori reali che si prendono cura di loro; la Disney rispolvera i Muppets e la Pixar prepara Brave – Coraggiosa e ribelle per il 2012.

Ma siamo sicuri che la performance capture tanto cara a Zemeckis e, attualmente, alla coppia Spielberg-Jackson (che sta preparando la trilogia di Tintin) continui a soddisfare i bisogni di tutta la famiglia che va al cinema a godersi un cartone animato per il gusto di provare un’emozione vera e non per la semplice fascinazione dell’era digitale?

Di sicuro, dal 24 agosto, ci ha atteso nelle sale Kung fu panda 2 che, non solo ha confermato i vecchi protagonisti del primo film, ma ha puntato sull’estetica dei colori e sull’azione dei combattimenti che attingono al repertorio del maestro dell’action comedy asiatica Jackie Chan. Evoluzioni veloci e coreografate come rapidi passi di un ballo e un accumulo di gag fisiche in un crescendo di colori e morali pur sempre divertenti.

Di Francesca Casella