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IFF 2014: The Stag

Irish Film FestaUn esilarante addio al celibato “all’irlandese”

Matrimoni e feste pre-nozze sembrano essere diventati gli argomenti preferiti del cinema degli ultimi anni e, inutile negarlo, saghe come quelle inaugurate da The Hangover (Una Notte da Leoni) iniziano ad annoiare il pubblico. Ma la realtà è che, a venire a noia, è il format tipicamente hollywoodiano fatto di battute scontate, bagordi e poco altro.

Proprio per questo fa piacere parlare di The Stag, il film di John Butler che ieri sera ha inaugurato la 7° edizione dell’Irish Film Festa. Questa commedia brillante, già applauditissima al Festival di Toronto e a quello di Torino, pur seguendo un filone classico, esce fuori dagli schemi in più di un punto. Ma andiamo per ordine.

Dimenticate soldi, casinò e spogliarelliste: Fionan (Hugh O’Conor) sta per sposarsi con Ruth (Amy Huberman) e, a differenza della maggior parte degli uomini, è eccessivamente “preso” dai preparativi per le nozze, al punto da spingere la sua ragazza a coinvolgerlo in un addio al celibato forzatissimo. Fionan non è proprio tipo da bagordi così, Ruth, chiede al testimone di nozze (ed ex ragazzo) Davin (Andrew Scott), di organizzare qualcosa di alternativo: un’escursione in montagna tra uomini. Davin accetta. Riesce a convincere Fionan facilmente e mette su una bella comitiva composta da lui, il futuro sposo, la sua coppia di amici gay Kevin e Kevin (Andrew Bennett e Michael Legge) e Simon (Brian Gleeson). Sempre aggiornata sui preparativi, Ruth scopre che manca un invitato all’appello: suo fratello Richard, “The Machine” (Peter McDonald) noto per le sue pericolose scorribande. Il solo nome di “The Machine” fa impallidire i ragazzi che, dopo aver cercato di evitarlo in tutti i modi, sono costretti a portarlo con loro. Neanche a dirlo: il tranquillo weekend fuori porta si trasformerà in un’avventura tanto esilarante quanto problematica.

Nonostante la tematica trita, il film di Butler ha tante frecce al suo arco: i protagonisti sono irlandesi e, a loro, i momenti comunitari piacciono “casarecci”; Peter McDonald ha scritto e interpretato un personaggio che non dimenticheremo, per almeno tre motivi: è sboccato, schizzato e fissato con gli U2; le invenzioni del regista sono tanto semplici quanto azzeccate e non mancheranno di strappare al pubblico tante risate (una per tutte: il “Pinguino Imperatore”).

In 84′ minuti Butler condensa una bella storia e, dell’addio al celibato, ci si dimentica presto: quello che vediamo sul grande schermo sembra più il racconto di un campeggio tra amici e, tra una risata e l’altra, non mancano i momenti emozionanti.

Per questo The Stag è un film da vedere: è una classica commedia sul valore dell’amicizia e sul passaggio all’età adulta ma in toni squisitamente europei.

di Lucia Gerbino

The Stag – Trailer