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IFF 2014: Black Ice

Irish Film FestaJohnny Gogan consegna al festival un ritratto di adolescenti di provincia tra corse d’auto illegali e piccola criminalità

Quando Susanna Pellis introduce il film della serata, Black Ice, parlando di corse d’auto illegali, c’è un po’ scetticismo in sala:  impossibile non pensare a quanto Hollywood abbia abusato di questo tema. Poi però vediamo le prime scene del film: la giovane protagonista, Alice, si sta recando al funerale di una sua amica e vogliamo sapere subito cosa le è successo.

Black Ice (il “ghiaccio nero” della strada) procede a ritroso: l’amica di Alice era la ragazza di Tom, suo fratello, ed è morta in un incidente stradale nel quale è rimasto coinvolto anche lui. Quello che vuole raccontarci Gogan è come ci si è arrivati a quella tragedia: tutti questi ragazzi, intrappolati  in una cittadina di provincia che non offre molte possibilità, sono appassionati di corse d’auto. Ma dimenticate il glamour di Fast & Furious: le auto che guidano questi giovani sono piccole utilitarie truccate e di auto sportive se ne vedono ben poche. A far entrare Alice in questo “universo parallelo” è stato proprio suo fratello, già: perché in questa cittadina le auto da corsa le guidano anche le ragazze e nel tempo libero praticano pugilato nelle stesse palestre frequentate da amici e fratelli. Tom cerca, invano, di tenere Alice lontana da Jimmy, il meccanico e “bad boy” della combriccola che, oltre alle corse, è coinvolto in altre attività illegali. Inutile dirlo: presto i due iniziano una relazione e, quello delle auto, per Alice diventerà più di un passatempo ma sarà (in parte) anche  la causa di quell’incidente.

In Black Ice le auto hanno un ruolo importante ma non sono il centro del film: Gogan è interessato alle storie personali di questi ragazzi. Scevro di fronzoli hollywoodiani il film colpisce per i suoi toni cupi: una fotografia grigia, una provincia di una desolazione quasi apocalittica, adolescenti con i piedi ben piantati per terra, per cui la parola “evasione” è sinonimo di “velocità” e non coincide mai con sogni troppo grandi.

Black Ice è un film low budget in cui però, di pecche, ce ne sono davvero poche: il ritmo, lento in alcuni punti, forse è una di queste. Ottimo il cast: Killian Scott, Dermot Murphy e Donal O’Kelly. Menzione speciale per la bravissima protagonista Jane McGrath che passa, con una disinvoltura impressionante, dai panni della teenager goffa e solitaria a quelli dell’adulta decisa:  nei suoi occhi leggiamo un dolore silenzioso e pieno di rabbia, quella di chi è cresciuto troppo presto e suo malgrado.

di Lucia Gerbino