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Rabbit Hole. Dal 15 giugno in blu-ray

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Il dramma della perdita raccontato da John Cameron Mitchell in un film che è come un colpo al cuore

Un genitore non dovrebbe sopravvivere ad un figlio. È innaturale, insopportabile, incomprensibile. Spesso il dolore è difficile da incanalare, da metabolizzare, da sopportare. Eppure, nonostante le difficoltà, per poter sopravvivere è assolutamente necessario trovare la forza di andare avanti. In qualunque modo. E con qualunque mezzo.

È quello di cui parla John Cameron Mitchell nel suo Rabbit Hole, distribuito da Videa CDE a partire dal 15 giugno in blu-ray e dvd.

Becca e Howie hanno da poco perso il loro unico figlio in un tragico incidente stradale. Otto mesi dopo il loro dolore è ancora lì, forte, persistente, difficile da mandare via. Tra una seduta di psicoterapia e un maniacale desiderio di cancellare le orme del passato, la giovane coppia troverà il coraggio di affrontare le proprie paure, cercando di uscire, in qualche modo, dalla tana del coniglio che li ha tenuti al sicuro per tutto questo tempo (rabbit hole, per l’appunto).

Elegante, raffinato, sussurrato, il nuovo film di Mitchell scava nei meandri della mente analizzando con estremo rigore come si affronta un dolore. C’è chi, come Becca, preferisce annullare un ricordo trasformandosi in un maldestro androide ancora troppo umano per non provare sentimenti, e chi, come Howie, preferisce tener vivo il ricordo, nella vana speranza che, forse, risvegliandosi una mattina ci si accorga che era solo un brutto sogno. Il risultato è uno soltanto: non esiste un modo giusto o sbagliato per affrontare un dolore come questo, semplicemente perché non c’è soluzione. Poetico, sublime e delicato, Rabbit Hole ha, però, un piccolo difetto: la pretesa di rimanere ad ogni costo nel cuore e nell’animo dello spettatore, trasformandosi, alla fine, in un mero esercizio di stile, ben calibrato, assolutamente perfetto, ma a tratti sterile e fine a se stesso. Vuoi per le espressioni ormai prime di profondità di una Nicole Kidman quasi irriconoscibile, vuoi per la rapidità con cui si arriva al seppur intelligente finale, Rabbit Hole lascia lo spettatore un po’ sospeso tra dubbi e perplessità… Ma, in fondo, è proprio questo il suo scopo: è nella totale immedesimazione nei protagonisti che questo film riesce, comunque, a trovare la sua forza.

 

di Luna Saracino