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Fratelli Unici: dal 2 ottobre al cinema le mille forme dell’amore

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Fratelli Unici: dal 2 ottobre al cinema le mille forme dell’amore

fratelli uniciRaoul Bova e Luca Argentero in una commedia banale e sempliciotta che saprà, però, strapparvi più di un sorriso

Il cinema di genere, in Italia, non si fa più e lo sappiamo, probabilmente perché – finiti i soldi – la gente non ha più il coraggio di rischiare, la gente si butta nel cinema solo se ha un nome altisonante e i ricavi di un guadagno non si reinvestono ma, anzi, si tendono a spartire nelle uniche 4/5 tasche che manovrano l’economia dello spettacolo nostrano.

Succede, quindi, che quella che era la punta del cinema italiano (la commedia ne è un chiaro esempio), altro non diventa se non la macchietta di se stessa, uno sbeffeggiamento alla fiction italiana e i suoi protagonisti si trasformano in inutili pedine goffamente manovrate per il mero intrattenimento televisivo. La morte della macchina cinematografica, dunque (in Italia, ovviamente. All’estero la televisione sanno farla certamente meglio di noi).

Dal 2 ottobre arriva al cinema Fratelli Unici, il nuovo film del giovane regista romano Alessio Maria Federici. Ad interpretarlo Raoul Bova e Luca Argentero, rispettivamente Pietro (affermato medico così impegnato a fare carriera da aver dimenticato i veri valori della vita) e Francesco (giovane belloccio e squattrinato che vive da sciupafemmine e non ha alcuna voglia di crescere), due fratelli che non hanno alcun rapporto cordiale: colpa di Pietro e della sua superbia, ma anche di Francesco e della sua immaturità. Sarà l’incidente di Pietro e la sua conseguente perdita di memoria a riunire i due fratelli e ad insegnare loro, quasi come per magia, che l’amore (sì, proprio lui, che v’aspettavate?) è la sola cosa che conta veramente.

Cliché imbarazzanti e personaggi volutamente caratterizzati a parte, Fratelli Unici non è un pessimo film. È imperfetto, banale, prevedibile, ma tutto sommato godibile e il cast è certamente il punto di forza di questo film: Raoul Bova e Luca Argentero sono sicuramente tra gli attori più talentuosi del cinema italiano (il che la dice lunga sulla qualità cinematografica nazionale ultimamente) e le loro controparti femminili (Carolina Crescentini, ex moglie di Pietro, e Miriam Leone, vicina di casa di Francesco) sono graziose, brillanti e assolutamente opportune. Non è un capolavoro ma non ha la minima intenzione di esserlo, non si propone come punto di svolta del cinema italiano ed ha l’umiltà di essere – parafrasando una nota pellicola americana di qualche anno fa – “un’altra stupida commedia a…ll’italiana!”.

di Luna Saracino