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Festival Internazionale del Film di Roma 2014: La foresta di ghiaccio, incontro con il cast

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Festival Internazionale del Film di Roma 2014: La foresta di ghiaccio, incontro con il cast

La foresta di ghiaccio

La foresta di ghiaccio

Noir europeo scolpito nel non detto, nella mani sanguinanti, nei segreti sporchi sotto la neve, con tre ottimi comprimari

Il ponte sulla diga, calpestato da spiriti inquieti. La tratta degli schiavi invisibili, senza impronte sula neve imparziale e sconfinata. Lorenzo è un montanaro irrequieto, con il sogno del Brasile appeso sul letto disfatto. Suo fratello Secondo, eremita minaccioso e custode della centrale elettrica, sembra dominare i destini del villaggio, dall’alto di quella diga di morte indimenticabile e di rimorso ghiacciato. Pietro è un trentenne arguto e guardingo, giunto in paese, al confine tra Italia e Slovenia, per occuparsi di un guasto alla centrale. Lana si finge zoologa alla ricerca di un orso perduto, mentre indaga su un omicidio avvenuto a 78 metri dal confine.

La centrale, castello kafkiano e torre di un regime di sopravvivenza e di mercato turpe, gigante di pietra e acciaio, sorveglia immota il lento procedere dei personaggi verso la strana luce di una temepsta annunciata. Tra Buzzati e giallo scandinavo, Claudio Noce e compagnia Ascent/Rai, danno vita ad un thriller che educa alla francese i volti dei suoi protagonisti, senza dare coordinate, che non siano di puro spaesamento visivo, di fatica fisica, di intorpidimento e insieme travaglio psicologico. Foresta di ghiaccio, attesissimo film in competizione della sezione Gala del Festival Internazionale del Film di Roma, apre un freddo ma non anonimo spiraglio sulla debacle del cinema italiano alla kermesse.

Dopo i troppi membri maschili venduti a peso, o ghigni senza guinzaglio e gli egocentrismi vuoti davanti e dietro la macchina da presa che hanno affollato le passerelle dell’Auditorium, Claudio Noce, pur con una sceneggiatura molto fluida e farraginosa e con un prodotto geometricamente confezionato (a partire dall’ambientazione neutrale e fascinosa della montagna incantata, tra inferno dantesco e sottosuolo dostoevskijano) riesce a suscitare reazione emotiva. Coordinando la suspence progressiva e ribollente con una compenetrazione millimetrica del cast (sorprendente faccia tagliata per lo schemro Domenico Diele, conferme piacevoli e piene Rappoport e Giannini junior) che danza spesso in una quasi perfetta armonia degli sguardi e dei gesti. Vendetta, orgoglio e pregiudizio, delitto e castigo, compravendita dell’umano e passioni al grado zero. Nella temperatura sospensiva di un ritmo morbido e di una passione aguzza, che non risparmia forse nessuno, all’arrivo inatteso della veta tempesta.

Abbiamo incontrato il cast di Foresta di ghiaccio.

Claudio, un noir che gioca molto tra spazio e volti. Come hai lavorato con il cast?

Claudio Noce. Abbiamo scelto dei posti unici rispetto all’immaginario comune italiano. Volevamo fare un film di genere, ma che fosse classico e fare qualcosa di nuovo. Trovare nel contatto fisico con la natura un contatto forte con la realtà. Questo contatto ha aiutato molto gli attori. Ho lavorato singolarmente con loro. Avevo un cast eterogeneo e dovevo rendere tutto compatto, omogeneo. Loro hanno aderito incredibilmente a quel luogo e alle regole del gioco. Domenico aveva il compito più arduo, doveva chiuere il cerchio, flirtare con tutti, essere multiplo.

Adriano Giannini. Con Claudio abbiamo parlato del film molto, ancora prima che fosse finito di scrivere. Quando poi mi ha portato il copione, non credevo di poter essere adatto. Avevo perplessità a rendere quel ruolo, il cowboy disilluso che vuole fuggire, abituato a quel luogo, a quella vita dura, come i montanari, dita gonfie, facce spesse. Claudio mi ha spinto, ha avuto un folle coraggio avendo fiducia in me. Abbiamo trovato insieme la chiave del cowboy. Abbiamo vissuto lì tra la neve e la gente del posto, meravigliosa, abbiamo bevuto molta grappa! E poi abbiamo fatto un lavoro di strati fisici sul personaggio.

Xenia Rappoport. Il cinema oggi si fa in 5 minuti, arrivi e sei buttato sul set. Qui invece c’è stato un grande lavoro col cast. Parlavamo ore ed ore. Sono arrivata carica di aspettative e riflessioni sul personaggio. Claudio voleva un personaggio senza passato e la cosa mi è piaciuta, quindi abbiamo lavorato giorno dopo giorno. Una bella sfida.

CAST

Regia di Claudio Noce

con Adriano Giannini, Domenico Diele, Xenia Rappoport, Emir Kusturica, Giovanni Vettorazzo, Maria Roveran

Sceneggiatura Francesca Manieri, Federica Amoruso, Claudio Noce, Diego Rubon

Direttore della Fotografia Michele D’Attanasio

Scenografia Daniele Frabetti

Montaggio Paola Freddi con la collaborazione di Andrea Maguolo, Federico Conforti

Prodotto da Ascent Film con Rai Cinema

Prodotto da Andrea Paris con Matteo Rovere

Distribuito a Fandango

Italia 2014

Durata 100 minuti

di Sarah Panatta