Gli antieroi Marveliani per eccellenza nella sezione Fuori Concorso di Alice nella Città
Presentato questa mattina al pubblico e ai giornalisti del Festival di Roma, Guardians of the Galaxy è uno degli action movies più divertenti mai realizzati.
Ispirati ad un gruppo di supereroi della Marvel ideati da Arnold Drake e Gene Colan nel 1969, i guardiani della galassia sono, in verità, un gruppo di criminali da strapazzo che si trovano a dover collaborare – pur contro la loro volontà – per contrastare con ogni mezzo possibile il piano del perfido Ronan di distruggere l’intera galassia (la trama non ve la riveliamo, però, perché è bene che la scopriate da soli).
In giro nelle sale americane dallo scorso agosto, il film sarà (finalmente) nelle sale italiane a partire dal 22 ottobre e può vantare in cabina di regia un personaggio fuori dai soliti schemi: James Gunn, scrittore di masterpiece come Tromeo & Juliet e da anni vero e proprio pilastro della Troma, una delle case di produzione e distribuzione indipendenti più irriverenti e “inopportune” del mercato cinematografico mondiale. Tra gli attori principali Chris Pratt e Zoe Saldana, ma anche un inaspettato Vin Diesel (che presta la voce a Groot) e un incredibile Bradley Cooper, nei panni un arrogante procione di nome Rocket (e la voce di Rocket è uno dei numerosi motivi per cui dovreste vedere questa pellicola in lingua originale, se volete godere appieno della sua ironia).
I mesi sono trascorsi, ma le aspettative – ci tocca ammetterlo – non sono state deluse: Guardians of the Galaxy è un film che diverte, che appassiona e che incolla alla poltrona grandi e piccini. I suoi “supereroi” sono anticonvenzionali ma assolutamente “comuni”, la sceneggiatura è accurata e gli effetti speciali di alto, altissimo livello; l’impronta grottesca di Gunn è palpabile per tutta la durata del film (si ride tanto e non di rado con qualche punta di amarezza) e non mancano neppure le parti “commoventi” (così siamo contenti davvero tutti). Insomma, il film è così ben fatto che quasi ci si dimentica che a dirigerlo è uno degli massimi esponenti del cinema indie trash contemporaneo. Anzi: il film, forse, funziona proprio per quello.
di Luna Saracino