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Festa del Cinema di Roma 2015: Game Therapy

Game Therapy

Game Therapy

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Vita vera o Second Life? …quando i due mondi si incontrano

Meglio vivere la vita vera o quella cibernetica? Quest’ultima salva o uccide? I prodotti digitali quali Second Life, ad esempio, che provocano estraneazione, quanto possono essere formativi e quanto aumentano l’isolamento e l’alienazione dell’’individuo, soprattutto dei più giovani?  I confini tra le due realtà diventano sempre più labili. Quando quello che potrebbe essere solamente un semplice gioco o un passatempo diventa un ordigno pericoloso pronto ad esplodere come quello dei videogiochi? Quando entra in ballo la salvezza della propria coscienza? A tutti questi interrogativi rispondono due giovani youtubers con “Game Therapy” di Ryan Travis. Nel cast di questo action-fantasy movie ci sono Favij, Federico Clapis, Leonardo Decarli e Zoda. Girato tra Italia, Marocco e USA, il film è stato prodotto da Indiana Production, Webstar Channel e Pulse film e si rivogle ai teenager. La Game Therapy (GT), infatti, è l’ingresso nella realtà virtuale per uscire dalla noia, dalla monotonia e dalla imprevedibilità della vita vera ed essere finalmente più liberi.

Per superare le loro debolezze, la loro timidezza, il loro senso di vuoto per non riuscire a comunicare ed esternare i loro sentimenti e il loro malessere, i due giovani protagonisti si rifugiano in un videogame sempre più potente: via di fuga da una realtà che non sanno affrontare. Francesco (Favij) e Giovanni (Federico Clapis), si ritroveranno come due amici impegnati a dover affronatre molte difficioltà e scelte, proprio quelle da cui erano fuggiti. La Game Therapy (o Real Life verrebbe da dire, tanto che si parla di Game Life, GL, la vita tramite i videogiochi) dovrebbe aiutarli ad essere più decisi e a superare le loro insicurezze, le loro paure e il loro senso d’inferiorità:  una via di fuga che gli faccia sembrare più leggera o meno pesante la quotidianità (con relazioni che non durano). Per quanto la vita reale possa essere penosa è comunque migliore di quella cibernetica. Nonostante possa sembrare di avere il pieno controllo di tutto con la Game Therapy, in realtà sono solamente algoritmi messi insieme che non danno però mai emozioni vere. Eppure stupisce quanto, pur nell’alta competenza informatica e nell’efficacia degli effetti riprodotti che fanno sembrare reale il videogame (con la crescita di livello e combattimenti con armi molto sofisticate e missioni avvincenti), vi sia molta emotività. Per quanto sia informatico e digitalizzato, il film è soprattutto emozionale. Non sono trascurabili i rapporti di amicizia tra i due protagonisti, così come quello con i loro genitori e le loro famiglie e l’ amore per Danica di Giovanni.

Eppure il loro senso di solitudine è molto, troppo forte. Rinunciare a tutto questo ne vale la pena? La risposta dei due youtubers è netta: equilibrio e moderazione è la soluzione migliore per fare convivere due mondi così diversi. Un uso ponderato e giusto permette di sfruttare a pieno le potenzialità offerte dalla Game Life, di godere del fascino accattivante che offrono senza diventarne succubi.

La dipendenza da esse si è fatta sempre più patologica di recente, sfociando in una vera e propria nuova malattia. Se i protagonisti prendono medicine per le loro ansie, preoccupazioni, insicurezze o per il loro scarso senso d’attenzione, la GT diventa il nuovo farmaco per una nuova patologia: il “delirio” in cui finiscono i cybernauti, senza dimenticare il pericolo del cyber bullismo a proposito di malattie. E se i problemi psicologici vengono tradizionalmente superati con la psicoterapia, qui c’è la Game Therapy. Titolo che cita un protagonista assoluto del film: il videogame… perché i videogiochi non sono solamente semplici giochi, ma in essi c’è molto di più non possono esre sottovalutati o semplicemente catalogati come svago. È come se mettessimo la nostra vita nei videogames e se al contempo, in maniera inversa, volessimo vivere la vita come un videogioco per avere pieno controllo di tutto, senza essere travolti dagli episodi inaspettati dell’esistenza, che ci travolgono a nostra insaputa in tutta la loro intensità, spesso cogliendoci impreparati, facendoci sentire sempre inadeguati e non all’altezza. Così si rimane bloccati e incapaci di comunicare, parlare e reagire. Quello che sembra un mostro enorme, in realtà è un ostacolo facilmente superabile con un’ottica più naturale. Lo si può sconfiggere con il più potente degli antivirus che minacciano il sistema operativo del computer e quello nervoso umano:  la solidarietà tra coetanei, la forza indistruttibile dei sentimenti.

Del resto la vita stessa è un gioco da giocare sino in fondo, imparando a conoscerne le regole e imparando a rispettarle, senza volerle cambiare o sovvertire, con un delirio di onnipotenza che è il rischio più pericoloso in cui possano cadere gli informatici. La maggiore minaccia per loro perché spesso non c’è una risposta per tutto e un motivo o una spiegazione logica e razionale per tutto. C’è invece la pulsione istintiva dei sentimenti incontrollati che spinge ad agire.

La soluzione è che, per quanto la Game Therapy e la Game Life offrano senz’altro “un’altra dimensione” in cui evadere e rinchiudersi, non deve prendere il sopravvento sul reale. Tuttavia, per quanto possa apparire comodo crearsi questo mondo altro, occorre essere consapevoli che, come fa notare Giovanni, si ha a volte solamente “bisogno di crescere, di alzarsi la mattina ed affrontare il mondo”, senza nessun complesso di inferiorità, ma con la capacità di saper ascoltare davvero l’altro. Così si salveranno molte più vite di quanto non possa fare in un videogioco e un eroe con i superpoteri.

di Barbara Conti