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“La Dama Velata”, la nuova fiction di Rai Uno

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“La Dama Velata”, la nuova fiction di Rai Uno

La Dama Velata

La Dama Velata

La Dama Velata

Miriam Leone nei panni di una moderna Rossella O’Hara

Una nuova serie tv di Rai Uno scommettiamo farà successo. Ed avrà anche molti sequel. La partenza promette assolutamente bene. Sorprende positivamente anche Miriam Leone, ex Miss Italia nel ruolo di attrice coprotagonista. Viene, infatti, affiancata egregiamente da Lino Guanciale, che già aveva recitato in Una grande famiglia (di cui presto ci sarà la continuazione) e in Che dio ci aiuti. È proprio quest’ultimo ad aggiungere forse la verve comica vincente che alleggerisce il tono, a volte un po’ drammatico, della fiction rendendola gradevole e molto fruibile per il pubblico, catturandone l’attenzione e suscitandone la curiosità, incentivando gli spettatori a volerne sapere di più per scoprire presto la continuazione ed i retroscena più oscuri. Grazie all’interpretazione in “La Dama Velata”, questo il titolo della serie in questione, siamo pronti a scommettere che arriveranno presto nuove proposte lavorative alla bella Miriam Leone, che dimostra di avere buona dimestichezza sul set e ottime qualità interpretative. Ma in “La Dama Velata” non è solo questa coppia a funzionare. La fiction sa cogliere tutti gli aspetti vincenti, che fanno interessante e proficua una serie tv, che attingono direttamente dal cinema. Francesco Canino su “Panorama” ben la definisce la fiction: “un grande melodramma in costume con venature mistery”, che si svolge “tra inattesi ritorni, amori da riconquistare e un mistero da svelare”, legato proprio al giorno della nascita della protagonista. “La Dama Velata”, infatti, unisce il tono giallo, quasi poliziesco, di un mistero da risolvere a quello avventuriero di un romanzo di formazione, non tralasciando la corposità romantica di una storia d’amore struggente, che vede in scena un “triangolo amoroso sentimentale” davvero ben costruito. A tutto ciò si unisce una forza melodrammatica intensa e tormentata. La fiction si basa su una trama che si dipana in una storia che sa stravolgere ogni certezza, facendo cadere ogni convinzione nel momento stesso in cui sembrava consolidata. La dimensione temporale della stessa, così come quella spaziale, sembra avvolgersi lasciando vivere il tormento allo spettatore, che è poi quello della protagonista e della vicenda. Tempi e modi di svolgimento sembrano essere quelli tipici della telenovela di vecchia maniera, ma reinventati con un’evoluzione più sofisticata, tanto da fare della protagonista, Clara Grandi (Miriam Leone), un’eroina di stampo moderno, che incarna ideali validi ancora oggi, che potrebbero essere tipici di una donna della società contemporanea. In questa fiction, prodotta da Matilde e Luca Bernabei per Lux Vide, l’ onore al merito va anche agli altri componenti del cast: Andrea Bosca, Lucrezia Lante Della Rovere, Luciano Virgilio, Francesco Salvi e Ilaria Spada.

Questa fiction, di cui martedì 17 marzo è andata in onda la prima puntata, è stata strutturata in maniera decisa: sono previsti dodici episodi, spalmati su sei settimane. Nata da un soggetto scritto da Lucia Zei, inizialmente era stata prevista un’ambientazione in Lombardia, poi spostata in Trentino. I luoghi che fanno da sfondo favoriscono un’atmosfera suggestiva. Ma a parte la quantità di episodi, numerosi per una prima serie, a farne una serie tv d’eccezione sono gli ingredienti vincenti ben amalgamati. Dalla riscoperta delle proprie origini, al ricorrere alla terra e alla natura per il riscatto, la lotta per un’eredità, il mistero che si cela dietro le origini della protagonista che, con coraggio, lotta per rivendicare il proprio patrimonio senza ricercare beni di lusso o il prestigio, bensì per mantenere in vita e salvare la tenuta di famiglia di San Leonardo dalla vendita imminente. Una figlia rinnegata dal padre Vittorio Grandi, che ricerca il riconoscimento da lui quale legittima erede degna. Un intrigo amoroso molto forte e la lotta di una donna di stampo moderno, che cerca di essere accettata dalla società nella sua indipendenza, autonomia, ribelle in quanto dipendente solamente da se stessa e non succube di nessuno, neppure di una figura maschile, che sia il padre o il marito. Clara sembra la nuova Rossella O’Hara di “Via col vento”, Lino Guanciale nei panni del conte Guido Fossà il suo Rhett Butler, donnaiolo fascinoso e convinto. La tenuta di San Leonardo la sua Tara. Ma c’è anche un amore struggente, degno di “Romeo&Giulietta”, tra Clara e Matteo, più o meno come quello di Rossella per Ashley Wilkes, poiché anche i primi sono cresciuti insieme. Oltre all’intrigo amoroso, c’è anche il personaggio di una “matrigna cattiva”, come in “Cenerentola”, che vuole l’eredità della giovane: è Lucrezia Lante della Rovere, che è Adelaide, che trama affinché il figlio Cornelio (Andrea Bosca) sposi Clara (sua cugina) per incassare la sua eredità. Quest’atmosfera quasi da favola viene ulteriormente  enfatizzata dal fatto che vediamo Clara vestire un sontuoso abito giallo, come Belle in “La Bella e la bestia”. E poi, Miriam Leone, coi suoi capelli ramati, ricorda un’altra “rossa” che ha conquistato il pubblico in un altro film d’animazione di successo: “Ribelle”, e ne incarna perfettamente lo spirito rivoluzionario, quasi da nuova Giovanna D’Arco, che si immola non solo per se stessa, ma per tutte le donne dei tempi moderni.  E così, se Giulietta ha bevuto il veleno, lei tenta il suicidio cercando annegare e con lei ogni tormento. Il tentativo estremo e disperato di una donna di cui cercano di cancellare le origini, ma che trova la soluzione per riconquistare la propria identità riscoprendo l’importanza delle radici. “Per la seconda volta le mie radici venivano spezzate e vedevo sprofondare e perso per sempre tutto quello che avevo amato. Così pensai anch’io di lasciarmi andare. Poi pensai a una soluzione, anche se non sarebbe stato mai più lo stesso”. Poiché “una nuova minaccia incombeva” su di lei ora. Ed è questa continua tensione che ci trascina per tutta la fiction in cui sono in continua alternanza amore e odio, vita e morte, nascita e distruzione, agio e fasti opposti al fallimento, riscatto e vendetta, passione in luogo di lotta per il potere. Ed è la bramosia di dominio, di potere che anima molti dei personaggi, mentre Clara è spinta da sentimenti più sinceri e nobili. Crede profondamente nel suo amore per Matteo, nonostante la gente li soprannomini in senso dispregiativo “il bastardo e l’orfanella”. Ma è disposta a rinunciarvi pur di salvare la tenuta. Ma non è disposta a venir meno alla sua indipendenza: “la musica non ha padroni” dice, mentre suona il pianoforte. E, ricorrendo al ruolo della musica sempre centrale in ogni circostanza, si enfatizza la sua volontà di affermare la dignità della sua persona e della sua integrità umana, prima che sessuale. Mentre afferma che sa che “la morte non è l’ultima parola”. La speranza che non perde mai, seppur nella disperazione e nella sofferenza.  Per scoprire altri retroscena e risposte l’appuntamento è con le altre due puntate il 24 e 26 marzo. E forse il titolo aggiungendo l’aggettivo “velata” vuole enfatizzare questo lato oscuro che si cela dietro ogni evento, che costringe la protagonista a fingersi sotto mentite spoglie per scoprire la verità.

di Barbara Conti