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Cake: grande prova di Jennifer Aniston nel film escluso dagli Oscar

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Cake: grande prova di Jennifer Aniston nel film escluso dagli Oscar

Cake

Cake

La nuova opera di Daniel Barnz

È uscito da una settimana nelle sale italiane di Cake del regista americano Daniel Barnz. Il film, distribuito dal 7 Maggio da Warner Bros. era già ben noto alla cronaca, soprattutto a proposito della sua ingiusta esclusione dagli Oscar 2015: a detta di molti, Cake ha visto Jennifer Aniston approdare alla sua miglior prova attoriale. Ma entriamo nel dettaglio.

La Aniston interpreta Claire Bennett, una donna devastata dalla sofferenza: le cicatrici che porta addosso sono solo il segno tangibile di un dolore segreto che il film ci svela poco alla volta. Claire ha allontanato il marito e gli amici, è diventata una donna rabbiosa la cui dipendenza da alcolici e farmaci è l’unica cosa che le permette di superare la giornata. Con l’aiuto di un gruppo di sostegno prova a gestire il suo problema senza successo ma, nonostante questo, è proprio qui che accade qualcosa: il suicidio di Nina (Anna Kendrick), una donna che frequentava lo stesso gruppo, la spinge a indagare sui motivi del gesto. Claire scoprirà la fragilità di una donna che apparentemente aveva tutto, persino una famiglia. Ad accompagnarla, in questo viaggio al confine tra la vita e la morte, c’è la sua governante Silvana (Adriana Barraza), l’unica ad esserle rimasta vicina in questa sua esistenza solitaria.

I riferimenti sono Rabbit Hole di John Cameron Mitchell e il più recente Dallas Buyers Club di Jean Marc Vallée: del primo Barnz prende in prestito l’idea senza scadere nei toni della tragedia, del secondo tenta di cogliere l’ironia, ma non riesce ad eguagliarlo in termini di profondità. Spiegare la mancata candidatura all’Oscar è cosa semplice: c’è un’eccellente attrice protagonista (la Aniston) sulla quale la sceneggiatura di Patrick Tobin costruisce tutto, forse troppo. A farne le spese sono gli altri personaggi, Silvana e Annette in primis (Adriana Barraza e Felicity Huffman), figure “colorate” che avrebbero potuto dare più energia al film. Cake tocca le vette più alte nelle scene drammatiche, riesce anche a strappare qualche risata e prova ad entrare nel cuore dello spettatore esplorando i territori del “non detto”, ma non riesce sempre a centrare l’obiettivo.

Cosa certa è che Daniel Barnz si allontana finalmente da esperimenti di dubbia riuscita come Beastly (2011), offrendo al pubblico un film piacevole ma dimostrando di poter fare di più. Con Cake, inoltre, Barnz fa un grande regalo a Jennifer Aniston: non riesce a darle il ruolo della carriera, come invece ha fatto Vallée con McConaughey, ma le permette di togliersi di dosso l’etichetta di “attrice della domenica”, con un film grazie al quale Hollywood ha già iniziato a guardarla con occhi diversi.

di Lucia Gerbino