pornplacevr
pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
L'Olio Extravergine di Oliva, protagonista ad Expo Riva Hotel
Gennaio 11, 2010
A scuola il 30% di alunni stranieri per classe
Gennaio 11, 2010
Show all

Uno di noi: Simone Sala, pianista

Simone_SalaUn viaggio insieme, dalla musica classica al latin-jazz

Quanti di noi hanno il sogno di suonare, da soli o in una band?
C’è chi questo sogno è riuscito a realizzarlo, a fare della musica la sua vita.
Il suo nome è già noto nell’ambiente, ma modestamente e data la giovane età, si qualifica come “esordiente”.

Simone Sala nasce come pianista di musica classica, diplomatosi con il massimo dei voti e menzione d’onore nel 2002 presso il Conservatorio L.Perosi di Campobasso, vincitore di una trentina di Primi Premi nell’arco di 15 anni, tra cui la Medaglia onorofica del Presidente della Repubblica.
Ma oltre i premi, per quanto meritevoli, c’è una passione instancabile. Da un lato una passione fatta di studio, di sudore, di interminabili ore al pianoforte, dall’altra l’incapacità di accontentarsi di quello che la sua terra offre. Da qui la voglia di voler creare manifestazioni che hanno la Musica, quella con la “M” maiuscola, e i Musicisti come protagonisti.
Abbiamo voluto intervistarlo per portarvi la voce di un ragazzo, simile a noi per età ed esperienze, che ha saputo prendere il suo “genio” per mano e condurlo dove lui desiderava.

Iniziamo dal principio. Quali sono stati i tuoi primi successi? E la difficoltà più grande che hai dovuto superare per affermarti come pianista?
I primi successi sono arrivati all’inizio della mia carriera come musicista con dei premi e mi hanno convinto che questa era davvero la mia strada, inoltre la continuità nei risultati ha fortificato la mia convinzione.
La difficoltà più grande non è stata sola una, ma svariate: è difficile avvicinare “la gente del 2010” ad una musica di nicchia come quella classica ed è stata dura anche mantenere una continuità con i miei molteplici impegni, dato che oggigiorno la figura dell’artista si sovrappone a quella dell’imprenditore.

La tua passione per la musica si delinea già in giovane età… Ma quando hai capito che avrebbe avuto un ruolo centrale nella tua vita professionale?
L’ho capito sin dall’inizio, essendo figlio d’arte. Le persone in famiglia che hanno vissuto di musica mi sono stati di esempio. Anche i successi riscontrati mi hanno incoraggiato.

Il tuo strumento è il pianoforte. Forse potrà sembrarti una domanda banale, ma come mai lo hai preferito e amato su tutti gli altri strumenti?
Innanzitutto perché lo avevo a casa e mi attraeva il fatto che solo premendo un tasto si potesse ottenere un suono. È lo strumento principe, può suonare da solo, basta ad accompagnare una voce, anche se è un po’ inflazionato.

Per  perfezionarti sei stato a Dallas diversi anni. Come mai hai scelto questa destinazione e non l’Italia, visto che anche qui abbiamo ottimi conservatori?
Il conservatorio l’ho frequentato in Italia. Il problema è cosa fare dopo. Il diploma del conservatorio è equiparato ad una laurea di primo livello, e solo ora in Italia si stanno introducendo le lauree specialistiche per questo ambito.
La verità è che Dallas è il sogno di molti pianisti; sono otto borse di studio biennali finanziate da degli sponsor. Hai la possibilità di studiare con un maestro di fama internazionale come Joaquin Achùcarro.

Tuttavia sei molto legato alla tua terra, come dimostra il tuo impegno su più fronti. Di cosa credi abbia bisogno l’area Matesina per aprirsi alla cultura musicale e non solo?
Credo ci siano delle grandi potenzialità come talento musicale. Il pregio di un posto piccolo come il Molise è di poter accedere facilmente agli enti e alle istituzioni che finanziano e promuovono le iniziative culturali. Si dovrebbe aumentare il budget da destinarvi, per far diventare il Molise un elemento di traino nella cultura del sud Italia.

Hai voluto diffondere la musica sul tuo territorio con un progetto: World Music Project, una rassegna estiva che si svolge a Bojano, tuo paese natale. Ne sei il direttore artistico, oltre che l’ideatore. Ce ne puoi parlare?
Il World Music Project vuole essere un palco che dà l’opportunità ai musicisti, locali e non, di esibirsi, anche insieme ad artisti già affermati. Non è un festival dedicato ad un solo tipo di musica, ma ad ogni genere, dal jazz al pop, fino alla caraibica,al flamenco e al country.

E ora andiamo al presente: di cosa ti stai occupando ora? Quali sono i tuoi prossimi impegni musicali?
I miei prossimi impegni sono le ultime date del tour, durato quattro settimane, che mi porterà ancora in Molise (due date), a Roma (2 data), a Trieste (una data). Poi avrò un tour con l’Orchestra Sinfonica Stabile della Regione Molise, in aprile con  quattro o cinque date consecutive in una settimana. Sarà presente un direttore d’orchestra americano, Robert Austin, invitato per l’occasione.

Non solo classica. So che hai di recente formato un trio di Latin Jazz, “Matriosca”. Ci puoi raccontare qualcosa di più su questo genere musicale?
La scoperta della musica latina la devo ad Oreste Sbarra, il batterista dei “Riserva Moac” (band musicale locale, n.d.r.), che mi ha fatto conoscere Michael Camillo, il più importante pianista latin-jazz del pianeta.  Siamo riusciti a portalo in Italia, a Bojano con un evento da più di 1000 presenze ed una grande attenzione mediatica. Dopo che ho avuto il piacere, e l’onore, di  dividere il palco e di suonare uno dei miei idoli, mi sono consacrato a quel genere anche per offrire le molteplici sfaccettature della musica ad alto livello.
Infine, in questa mia scelta è stato complice anche il soggiorno a Dallas, a poche ore da New Orleans, patria del jazz.

È molto interessante come un musicista come te, di impostazione classica, si sia appassionato poi al jazz, anzi ad un particolare tipo di jazz sconosciuto ai più. Inoltre il tuo trio ha un nome particolare, Matriosca, a suggerire un inglobarsi e intersecarsi di generi e competenze musicali.
Il tuo può apparire un caos artistico, ma è sicuramente il segno di una mente poliedrica in perenne attività. Come gestisci queste due anime contrapposte?

Se sono finito, dopo diciannove anni che suono il pianoforte, ad esibirmi nella duplice veste di pianista classico e jazz è perché ne avevo bisogno.
Così esprimo le mie due diverse nature e mi sento completo. Ho la possibilità di scegliere il linguaggio espressivo che più mi rispecchia per essere a mio agio, e raggiungere sempre un maggior numero di persone, pubblici diversi.

Speriamo di poter presto rincontrare Simone, per farci raccontare dei suoi ulteriori progressi e dei suoi progetti. Intanto un sentito grazie per il tempo che ha voluto dedicarci!

di Ilaria Eleuteri

www.simonesala.com

Simone_Sala2Simone_Sala
Foto by Morgillo
Filmati concessi dall’autore:
– Simone Sala Plays Rachmaniov
{denvideo http://www.youtube.com/watch?v=RmA_rIAbdpc 290 260}
– Simone Sala plays Paco De Lucia (with Flavio Sala, at Wmp)
{denvideo http://www.youtube.com/watch?v=KgZu9VIn8Do 290 260}