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Il Muso Music Festival 2013 segna il ritorno dei Ramiccia pronti a ripartire

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Il Muso Music Festival 2013 segna il ritorno dei Ramiccia pronti a ripartire

RamicciaPortano il loro “Ri-befolk soundsystem 2013” tour

Dei “Ramiccia” si è scritto e parlato molto. Sono un gruppo storico degli anni Novanta. “Ci siamo ritagliati nel tempo la nostra piccola porzione nel panorama musicale del genere: dove andavamo a cantare riempivamo; senza considerare che, all’epoca c’erano molti più locali che facevano musica dal vivo”, commenta la voce e chitarra del gruppo, da tutti conosciuto come Sandokan. Sono approdati ad Oriolo, al Muso, un ritorno a casa per loro. Portati, riportati qui, chiamati da Pino, uno degli organizzatori del Muso, che li ha contattati, che li voleva fortemente qui alla kermesse. Approfittando del fatto che, da poco tempo, si erano ricostituiti, dopo essersi fermati per un breve periodo. Sia la band che la manifestazione musicale, dunque, hanno festeggiato il loro “ritorno” dopo uno stop. Un nuovo inizio per il gruppo segnato il 6 aprile scorso, quando si è tenuta una data del nuovo tour (“Ri-befolk soundsystem 2013ndr) di una band che ha girato Italia, Europa, Spagna, Francia, Giappone. Dopo Viterbo, dopo Oriolo, sarà la volta di Bologna, poi Bergamo, poi, ad ottobre, inizieranno a suonare fuori del Lazio. Si può davvero dire allora di questa band di Vallerano che “’sto cane ancora mozzica”.

E di strada ne hanno fatta, vivendo tutta l’evoluzione del mondo della musica, anche dal punto di vista tecnologico. Possono davvero raccontare un pezzo della storia musicale italiana e non solo. Era la metà degli anni 80 quando hanno mosso i primi passi nell’ambito della banda musicale. Da tutti fiatisti poi si sono elettronicizzati, cambiando strumenti, arrivando all’attuale formazione e registrando molti demo che giravano nella provincia. Il primo cd è del 1997, il sopracitato “Ma che ‘sto cane mozzica”; poi sono confluiti in un’etichetta romana, la GF Records, con cui hanno registrato il secondo disco, ”Balli”.

Si tratta di una band internazionale. Nella loro produzione discografica annoverano anche un altro disco con Begonia Bangmadu, una cantante di un gruppo spagnolo di Madrid, I Malarians. Inoltre, tutti gli ultimi dischi sono usciti in tutta Europa, in America e in Giappone, dove sono stati a suonare, scelti per rappresentare l’Italia. “Quando siamo andati in Giappone e in Spagna – spiega Francesco “Sandokan” Antonozzi (voce e chitarra) – non ci andava nessuno; vivevamo nell’analogico più profondo, oggi è tutto più facile: un demo lo mandi in tutte le parti del mondo. Noi ci siamo riusciti anche perché avevamo un forte supporto dalle nostre parti”.

Dunque il fatto di cantare in dialetto o di suonare un genere molto particolare, poco noto, non ha impedito loro il successo. Anzi, sembra quasi aver contribuito a mettere in risalto la loro originalità. Contribuendo a diffondere questo misto tra ska e reggae, con uno stile pseudo dialettale, in un linguaggio che guarda anche alle realtà straniere (spagnole, inglesi), anche per parlare e sorridere dell’italianità, quasi facendo una parodia di situazioni tragico-comiche tipiche nostrane per sdrammatizzare, facendo ironia ridendo, regalando momenti di “relativa sana leggerezza”, di riflessione mentre ci si lascia trasportare dal loro ritmo…senza il timore di essere anticonformisti ed anticonvenzionali. “Il vantaggio è il fatto che il nostro è uno stile abbastanza originale, lo svantaggio non ci sarebbe, però c’è poiché, non essendo molto conosciuto e promosso come in tutto il mondo, è un po’ di nicchia. Nonostante sia una musica che tutti conoscono, anche se pensano di non conoscerla. Si tratta di una melodia briosa e funzionante, anche a livello mediatico è usata persino nelle pubblicità, a cominciare da cartoni animati per bambini; è una musica contagiosa e allegra, ma a livello commerciale è soffocata. Penso, tuttavia, che sia un problema più generalizzato  – commenta Francesco-Sandokan – all’intero mondo della musica, che a questo singolo genere musicale. Credo che si investa molto poco sulla musica in generale in Italia, nonostante sia la patria della musica per eccellenza”.

E con questo invito di Francesco “Sandokan” Antonozzi vi lasciamo, pronti a seguire altra buona musica del Muso. La tigre della Malesia ruggisce ancora…come il cane dei “Ramiccia” è pronto a “mozzicare” ancora, pungolando (o abbaiando!) con i testi dei loro brani musicali (a volte irriverenti, sicuramente di protesta), civilmente e socialmente impegnati, tutti coloro che non permettono la libera espressione anche tramite la musica e non la rispettano quale forma d’arte, in qualsiasi sua forma: dalla più convenzionale alla più innovativa.

Scheda artistica

Gruppo: Ramiccia

genere: Ri-befolk soundsystem (il termine è stato coniato da Francesco “Sandokan” Antonozzi, voce e chitarra ndr)

Data di nascita: anni Novanta

Formazione: Francesco “Sandokan” Antonozzi (voce e chitarra), Francesco Piccioni (chitarra), Alessandro Lindozzi (basso), Vincenzo Pacelli (tastiere), Alfredo Vitroni (batteria), Arnaldo Piermartini (sax contralto), Elvio Porta (sax baritono) e Maurizio Gregori (sax tenore).

di Barbara Conti