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Lux in arcana, nuovo capitolo

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Lux in arcana, nuovo capitolo

Svelato l’ottavo documento: il Privilegium Ottonianum

Un sfida sotterranea di “privilegi”, sopraffazioni, diritti regali nello scenario frammentato di un’Italia avidamente contesa da pontefici e re. In una pergamena imperiale in porpora e oro le basi intrinseche, scandalose, combattute per la formazione dello Stato della Chiesa (962 d.C.). A tre mesi dall’annuncio epocale della mostra unicum Lux in arcana – L’Archivio Segreto Vaticano si rivela, viene divulgato l’ottavo documento che sarà portato fuori dagli scaffali dell’Archivio Segreto Vaticano, per essere esposto insieme agli altri al pubblico dei Musei Capitolini da febbraio a settembre 2012, per una sola fuggevole occasione, allo sguardo dei comuni mortali per secoli allontanati dalle carte occulte dei Papi. Si tratta del prezioso Privilegium Ottonianum, una pergamena che sanciva donazioni materiali alla Sede Apostolica nonché una spartizione di dominio e un patto dorato di difesa tra il papato e Ottone I di Sassonia. Un documento simbolo delle vicende intestine e dei rivolgimenti internazionali che hanno timonato fin dagli albori lo Stato Della Chiesa. Il 2 febbraio dell’anno 962 Ottone I fu incoronato imperatore nella basilica di S. Pietro di Roma da papa Giovanni XII, dopo circa un sessantennio di vacanza del trono. Sceso in Italia per la terza volta nel 961, Ottone era finalmente riuscito ad ottenere la corona in cambio del suo intervento armato in favore del papa, che vedeva minacciata da Berengario d’Ivrea, re d’Italia, la sua autorità e i territori della Chiesa di Roma, il nascente Stato Pontificio. Circa dieci giorni dopo l’incoronazione imperiale (13 febbraio), Ottone emana il celebre Privilegium Ottonianum, sagace strumento di intesa che confermava al papa le precedenti donazioni che i sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno avevano fatto alla Sede Apostolica; concedeva in perpetuo a Giovanni XII e ai successivi pontefici la sovranità su gran parte della Penisola, consentendo l’unificazione fisica dei domini pontifici dal Veneto alla Campania; dichiarava l’impegno di Ottone e dei suoi successori a mantenere fede agli impegni assunti, con l’obbligo – per lui stesso e per i suoi successori – di difendere il pontefice da eventuali attacchi e aggressioni. Ma l’imperatore vincolava implicitamente e contemporaneamente a sé il potere papale, riservandosi l’alto dominio su tutti i territori concessi al papa, e richiamando in vigore la Costituzione di Lotario dell’824, una serie di regole che disciplinavano i rapporti tra Impero e Papato e che prevedevano, tra l’altro, la ratifica imperiale sull’elezione del papa e il giuramento di fedeltà del neoeletto pontefice all’imperatore. Giovanni XII «principe e senatore di tutti i romani», uomo avvezzo alle trame subdole del potere e noto per una vita dissoluta, non accettò le imposizioni di Ottone e ne tradì l’accordo. Si alleò con Adalberto, il figlio di Berengario d’Ivrea, e cercò con ogni mezzo di screditare Ottone, incitando altri sovrani a muovergli guerra. Ottone, nel 963, avrebbe convocato un Sinodo a Roma, facendolo deporre per indegnità e imponendo l’elezione al soglio pontificio di Leone VIII. Ma la lotta sarebbe continuata a colpi di scomuniche, accuse reciproche di spergiuro e tradimento, elezioni di antipapi e altro ancora, fino alla morte di Giovanni XII. Alcuni storici avanzano l’ipotesi che il Privilegium, nella sua prima redazione, non contenesse le clausole gravose che assoggettavano il papa all’imperatore, e che fossero state aggiunte dall’entourage di Ottone dopo la deposizione di Giovanni XII, per garantire l’elezione di un papa che fosse gradito all’imperatore. Il documento resta una sintesi affascinante e complessa delle strategie negoziali di un impero secolare che si intrecciava intimamente con quello spirituale.

INFORMAZIONI

www.luxinarcana.org

di Sarah Panatta