Rituali e tradizioni che sopravvivono nel tempo
Il mese di febbraio si trova ad essere inserito nel mezzo di un periodo invernale che va dal solstizio d’inverno all’equinozio di primavera che era considerato nell’arcaica religione romana (III sec.) come il capodanno attuale.
Per questo motivo il mese assumeva un valore di autentica purificazione in vista dell’inizio dell’anno nuovo. Anche in altre popolazioni presenti sul territorio italico nella stessa epoca, quali i Celti nella pianura Padana, oltre che in religioni provenienti dalla Grecia e dall’Oriente, si riscontrava la tradizione di riti particolari in questo periodo dell’anno con la speranza di propiziare gli Dei della fecondità e della fertilità. Questa miscellanea di usanze diede origine a ciò che oggigiorno definiamo sincretismo religioso, ossia una fusione di più culti ed usanze inestirpabili, ai quali dovette arrendersi anche la Chiesa cristiana. Infatti pur essendo molto intransigente nei confronti del credo pagano, non riuscì a cancellare le tradizioni, bensì a mutarle cambiandone alcuni aspetti.
La festa di Giunone ricordata alle calende di febbraio come Iunio Februata, cioè purificata, la presentazione al Tempio dei primogeniti ebrei e la purificazione della loro madre 40 giorni dopo il parto, ribadiscono ulteriormente la natura del febbraio purificatore. Non è casuale che il 2 del mese sia riconducibile alla festa cristiana della Candelora o purificazione della Vergine Maria dopo la nascita di Cristo. In occasione di questa festa vengono distribuite delle candele benedette ed in alcuni casi svolta con esse una processione che sembra essere la cristianizzazione dell’abitudine romana di accompagnare con le fiaccole la dedicazione a Giunone del tempio sul Palatino. L’antica cerimonia cristiana che vedeva l’accensione delle candele, ha senza dubbio il significato di collegamento ad un’universale religione cosmica accolta dal cristianesimo e modificata nei suoi riti.
di Svevo Ruggeri