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Il Malleus Maleficarum: il martello delle streghe

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Il Malleus Maleficarum: il martello delle streghe

Malleus MaleficarumIl Martello delle streghe, primo manuale dell’inquisitore e forte testimonianza della misoginia imperante.

Ragionando con attenzione sul periodo storico in cui la così detta “caccia alle streghe” prese forma e sostanza, si possono grosso modo individuare alcune cause oggettive del perché ciò avvenne. Innanzi tutto era ritenuto reale che la strega fosse una donna sessualmente libera e perversa, e questo era un problema troppo grande per l’epoca. Non si accoppiava per avere figli, bensì per mero piacere. Non aveva capacità di amare e perciò i suoi bassi istinti venivano sfogati con chiunque, persino il diavolo stesso.

Molti malefici attribuiti alle streghe appartenevano in realtà alla conoscenza di rituali pagani che il cristianesimo tentava di sradicare in ogni modo, ma l’accusa pesante che veniva loro rivolta era quella di utilizzare parti del corpo ed il sangue di bambini non battezzati per i suddetti malefici. Per questi motivi le streghe risultavano essere un pericolo per la religione e per l’incolumità delle persone.
Giunti a questo punto si rese necessario andare fino alla radice del problema, redigendo un agglomerato di imputazioni e casistiche per poter identificare la natura delle accusate… si fa strada la necessità di un manuale dell’ inquisitore: Malleus Maleficarum, ossia il martello delle streghe che avrebbe dovuto abbattersi su di loro senza pietà.

Il Malleus Maleficarum fu scritto nel 1486 dai domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institior Kramer, in risposta alla bolla papale “Summis desiderantes affectibus” datata 1484, promulgata dal papa Innocenzo VIII, con la quale si demandava a loro la riorganizzazione del territorio della Germania del Nord, teatro di diffusione crescente della stregoneria. Da questo momento il poi il Malleus Maleficarum rappresenta l’agglomerato definitivo di un sistema di credenze, un prontuario da utilizzare alla lettera, contenete le opportune regole di interrogatorio e le accuse da muovere nei confronti delle mal capitate, oltre che un aiuto per comprendere la gravità degli atti, a cui faranno riferimento gli inquisitori e l’opinione pubblica in genere. La struttura del manuale comprende una prima parte suddivisa in diciassette capitoli, in cui viene portata avanti la tesi dell’esistenza di una setta detta delle “maleficas” asservite al demonio tramite un patto.

Nella seconda parte vengono affrontati e discussi i mezzi adatti alla difesa da questo flagello dell’umanità. La terza ed ultima parte tratta delle tecniche inquisitorie da adottare per accertare la stregoneria. Un’accusa, anche anonima, una voce pubblica, sia essa anche una diceria chiacchierata nel paese, doveva spingere l’inquisitore all’accertamento della fondatezza del sospetto. Le prove non erano necessarie anche perché le tecniche inquisitorie le avrebbero di certo fornite. La presenza di uno spillone, o di un pugno di terra e di una ciocca di capelli nella casa della vittima, accertavano il maleficio.

Nel Malleus Maleficarum, inoltre, viene portata avanti la tesi che le streghe avessero tutte un segno particolare, visibile, Malleus Maleficarumimpresso dal demonio in occasione del patto sottoscritto con lui. Questo segno particolare doveva essere presente sul corpo della presunta strega, ma in un posto qualsiasi, spesso in un luogo difficile da scovare. Per questo motivo i medici erano chiamati ad un’attenta analisi del corpo della donna, poiché poteva essere presente anche nelle zone più recondite. Altro punto fondamentale del Malleus Maleficarum era il ricorso alla tortura come mezzo utile alla confessione dei malefici perpetrati, poiché solo il dolore poteva sciogliere il velo ingannevole del silenzio che nascondeva la realtà dei fatti. Nel momento in cui l’imputata veniva torturata, spesso era sottoposta all’”interrogatorio suggestivo”, durante il quale comprendeva il tipo di risposta che l’inquisitore desiderava sentire, e forniva argomentazioni che le avrebbero consentito di non subire ulteriori violenze. Questa pratica permetteva di accertare senza ombra di dubbio la veridicità delle accuse e di assurgere la tortura come unico mezzo atto a sconfiggere le menzogne del maligno.
Qui di seguito un estratto dal Malleus Maleficarum:

«Come difetto di origine nella creazione della prima donna, poiché è stata fatta con una costola curva, una di quelle del busto, ritorta e come opposta all’uomo. E da questo difetto deriva che, essendo un animale imperfetto, essa inganna. Ancora lo si è constatato nella prima donna, che per natura aveva fede più debole; l’etimologia del nome lo dimostra: foemina viene da fe (fede) e minus (minore), perché sempre essa dà ed è capace di conservare minore fede. Nello stesso modo in cui nel loro primo difetto, l’intelligenza, sono portate a rinnegare la fede con più facilità, così a causa del secondo, cioè il disordine degli affetti e delle passioni, le donne cercano, escogitano ed infliggono i più diversi tipi di vendette, sia per mezzo di malefici, sia con ogni altro mezzo. Per cui non è affatto stupefacente che esistano tante streghe fra le donne. Tutte queste cose hanno origine dalla cupidigia carnale, che nelle donne è insaziabile, e per questo motivo che esse si agitano insieme ai demoni per soddisfare le loro passioni. Si potrebbe aggiungere altro, ma alla persona intelligente sarà abbastanza chiaro che non c’è nulla di stupefacente nel fatto che tra le streghe vi siano più donne che uomini. Per cui è conseguenza inevitabile chiamare questa un’eresia di streghe e non di stregoni, perché deriva dalla parte che vi prevale. E sia benedetto l’Altissimo che fino ad oggi risparmia il sesso maschile da un simile flagello; Lui che in questo sesso ha voluto incarnarsi e soffrire, gli ha voluto concedere questo privilegio».
(Malleus Maleficarum)

Ricordiamo ancora una volta che l’apice della recrudescenza della “caccia alle streghe” non si ebbe nel Medioevo, epoca più indirizzata alla lotta e all’annientamento dell’eresia, bensì nell’Umanesimo e nel Rinascimento, periodi storici paradossalmente aperti alle innovazioni in ogni campo, dall’arte all’architettura e allo studio e alla ricerca scientifica. Questa piaga che portò a migliaia di morti ingiuste si concluse nei primi anni del ‘700.

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine