In un periodo in cui si discute molto sulla relazione tra sicurezza e presenza degli immigrati,  il “pacchetto sicurezza” diventa legge. È stato approvato ieri in Senato con 157 voti favorevoli, tra Pdl, Lega Nord e MpA e 124 votanti contrari tra le file di Pd, Italia dei Valori e Udc.

Da oggi chi entra in Italia clandestinamente commette reato, infatti l’articolo 21 del testo di legge introduce nell’ordinamento il reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”. Per loro non ci sarà l’arresto, ma un’ammenda dai 5mila ai 10mila euro, con espulsione immediata.

Invece rischia la reclusione fino a tre anni chi affitta case ad immigrati irregolari.

Un aspetto che comporterà maggiori problemi logistici, è l’aumento del periodo di permanenza nei centri di accoglienza temporanea da 60 a 180 giorni.

I clandestini dovranno essere denunciati all’autorità giudiziaria, con una deroga per i presidi e per i medici. Come hanno sottolineato giuristi e politici, si pone il problema dei cosiddetti “bambini invisibili”, ossia i figli delle donne immigrate irregolari che rischiano le denuncia andando all’anagrafe per dichiarare la nascita del proprio figlio. Inoltre per avere diritto a qualsiasi prestazione pubblica, occorre presentare un documento come il permesso di soggiorno o il passaporto; in assenza di questi il bambino diventa adottabile. Al fronte delle critiche, avanzate anche da diverse associazioni, si oppone la maggioranza sostenendo che una norma della Bossi-Fini dà alle puerpere irregolari il diritto di un permesso di soggiorno fino al sesto mese di età del bambino.

Altri aspetti della nuova legge è il “sì” alle ronde private, organizzate da cittadini e associazioni, per pattugliare il territorio e segnalare alle autorità situazioni di degrado e illegalità. Tuttavia dovranno essere iscritte in un apposito registro e il Governo ha già assicurato che non saranno armate.

Previsti altri due albi: uno per i senza fissa dimora che verranno registrati in uno schedario istituito dal Viminale e un altro per i buttafuori, ossia gli addetti della sicurezza all’uscita di pub e discoteche.

Il Vaticano è critico come si deduce dalle parole del presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio: « I migranti hanno il diritto di bussare alle nostre porte. Basta demonizzare e criminalizzare il forestiero. L’arrivo dei migranti non è certo un pericolo. Sbagliato trincerarsi dentro le proprie mura».

di Ilaria Eleuteri